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AUPI: le considerazioni su Turetta sono gravi speculazioni

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Rippa: “Affermazioni di Sorrentino inutili e prive di valore scientifico”

comunicato stampa

L’analisi e le considerazioni poste all’attenzione della stampa dal Neurologo Rosario Sorrentino sul comportamento di Filippo Turetta appaiono quanto meno superficiali se non un inutile tentativo di speculazione su un fatto così grave e impattante per tutti. Sull’utilità di un simile intervento ci sono molti dubbi, sia sul piano prettamente scientifico che di banale opportunità. A cosa serve polemizzare?

Forse si cerca una valenza strategica? Forse dovrebbe servire a bloccare e ritardare un processo che mira a rafforzare la presenza diffusa e di prossimità di Psicologi di comunità e di Base che hanno come loro mandato il contrastare il disagio psicologico, specie tra i giovani, evitando che questo possa degenerare in turbe comportamentali e conclamarsi in disturbi psicopatologici?

Come in ogni grande dolore si tenta di trovare un complice se non un corresponsabile di quanto accaduto. Si cerca nelle famiglie del carnefice e della vittima o nei Carabinieri che hanno ricevuto segnalazioni fatte da cittadini quasi contemporaneamente all’inizio dell’omicidio. Oppure, si cerca di utilizzare il “fatto” per strumentalizzare e attaccare una professione, quella psicologica, portando ulteriore confusione e polemica.

Allora il colpevole diventa lo Psicoterapeuta, anche se il CUP può prenotare all’ASL solo uno Specialista e non si sa, allo stato attuale, se sia uno Psicologo o Psichiatra, essendo questa specializzazione comune alle due professioni sanitarie. Con questo “Psicologo”, peraltro, come spesso accade nel Pubblico, Turetta ha avuto pochissimi colloqui utili per ascoltarlo e, forse, cogliere la grave e perniciosa sofferenza che era dentro di lui. Forse allora ancora del tutto lontana dal concretizzarsi in un possibile comportamento quale quello che dopo qualche settimana ha agito.Se tutti gli omicidi fossero causati da una turba psichica dovremmo riconvertire le aule giudiziarie e gli Istituti di pena in larga parte in strutture e servizi dei DSM e in REMS. “Homo hominis lupus”: una frase sempre attuale, anche se il lupo non uccide un suo simile. L’uomo, invece, ha l’istinto e l’attitudine e non sempre per devianza psichiatrica, all’omicidio, alla violenza, dalla notte dei tempi sino a oggi e purtroppo, sino al prossimo e lontano futuro.

Ancora una volta anziché preoccuparci di costruire reti e punti di ascolto aperti sul Territorio, in scuole e luoghi di aggregazione, si pensa che l’intervento medico, anzi del Neurologo, che si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che interessano il cervello, il cervelletto, il midollo spinale e i nervi periferici, possa intercettare il disagio e porre in atto interventi risolutivi. Nelle sue esternazioni il Neurologo Sorrentino afferma che si deve agire affinché, attraverso il suo intervento, il “medico specialista sappia stabilizzare l’equilibrio biologico del cervello, con una adeguata terapia farmacologica…”, così da risolvere il disagio crescente. Ancora, in merito all’adolescenza, rivolto alle scuole e alle famiglie, dice “Dobbiamo fare capire che può verificarsi uno squilibrio chimico a livello cerebrale, l’aspetto criminologico e psichiatrico abitano nella stessa mente di una persona e possono, se non curati, dar luogo a cose impreviste”.

È forse questa la soluzione per affrontare i problemi del comportamento e le sue confusioni? Per affrontare il disagio giovanile e l’immaturità di tante persone? Quindi, quella che noi conosciamo come fase altamente critica della vita,  l’adolescenza e la tarda adolescenza, oltre che l’età adulta, va trattata con una terapia farmacologica a tappeto? E soprattutto, i maschi vanno visitati dal medico per accertare “lo squilibrio biologico del cervello”?

È evidente che la complessità dei comportamenti maschili nella reiterata violenza contro le donne ha bisogno, per interpretarla e sradicarla, non di analisi superficiali prive di dati scientifici, spinte da una guerra tra professioni, ignorando che la legge, la preparazione accademica e scientifica nonché la formazione professionale abilitano l’esercente la professione sanitaria di Psicologo-Psicoterapeuta non solo alla diagnosi psicologica ma anche alla sua prevenzione, cura e riabilitazione. Ha bisogno di seri interventi che permettano di intercettare sempre più il disagio e il malessere che spesso passa sotto traccia.

La percentuale di atti di violenza tra persone con disturbi psichiatrici è uguale se non inferiore a quella riscontrabile tra le persone cosiddette “normali” e pensare che la spiegazione di episodi di violenza siano riconducibili in modo generalizzato a problemi psichiatrici è argomento da bar, non da professionista sanitario.Altrettanto superficiale e poco scientifica è la riduzione del compimento degli atti di violenza, compresa quella verso le donne, a complicanze neurologiche e/o psichiatriche: sarebbe troppo semplice di fronte ad un fenomeno invece complesso e complicato.

Costituiscono, invece, evidenze scientifiche in Italia come in tanti altri Stati i risultati positivi realizzati da un precoce intervento psicologico per aiutare le persone a gestire le problematiche della vita quotidiana, nella prevenzione di comportamenti a rischio, il che ha portato e porta con successo in molti casi a prevenire ogni tipo di tendenza a qualsiasi tipo di violenza.

Arturo Rippa
Segretario Nazionale AUPI

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