Autonomia, Perri (IdM) risponde a Calderoli: riforma medievale in pieno stile leghista
2 min di lettura“Il Ministro non ha ancora capito che lo stato non appartiene ai partiti che lo governano”
Comunicato Stampa
Giuseppe Perri – Vice Segretario Federale dell’Italia Del Meridione, riapre le contestazioni all’osceno ddl Calderoli in materia di Autonomia differenziata.
E’ inaudito, scrive il Vice segretario Federale, che un ministro della Repubblica, spari a zero contro una Relazione, per altro chiara ed oggettiva redatta dall’Ufficio Tecnico di Palazzo Madama.
La riforma in questa direzione non porta che ad una secessione definitiva ed irreparabile tra un Nord sempre più Ricco ed un Sud da Terzo Mondo.
Roberto Calderoli ha puntato la sua vita politica sulla riforma dell’Autonomia Differenziata, sperando in questo caso, data la guida del Dicastero che conduce, e in accordo con il programma elettorale (governativo), di far passare “magari notte tempo” e senza ripercussione alcuna, una riforma di tipo Medievale ed in pieno stile leghista.
Scrive ancora, Giuseppe Perri: evidentemente il Ministro non ha ancora capito che lo stato non appartiene ai partiti che lo governano, non si tratta di un azionariato, organi ed uffici tecnici preposti e voluti costituzionalmente non possono essere politicamente imbavagliati!
Oggi più che mai, senza alcuna riserva e limitazione, il Partito Italia del Meridione è pronto a difendere i diritti di tutti i cittadini italiani, del Sud e del Nord.
Una riforma concepita e strutturata in questo modo, azzererebbe definitivamente i diritti civili e sociali dell’intera popolazione meridionale, i Lep minimi in materia di Sanità –Istruzione e servizi fondamentali non sarebbero più garantiti, e sarebbe cosa gravissima.
A nostro avviso, ribadisce il vice segretario Federale, le condizioni per una riforma sulla autonomia differenziata, strutturata in questi termini non esistono; inoltre i costi dell’operazione per garantire uniformità dei Lep e Lea su tutto il territorio nazionale sono disperatamente troppo elevati per poter spingere questo Governo a trazione FDI ad assumersi questo impegno e sostenere questa grave riforma.