Ad Avvistamenti Teatrali le storie di chi ha deciso di sfidare il sud
4 min di letturaRicco weekend a Torre Marrana: in scena l’ultima replica calabrese dello spettacolo pluripremiato di Tindaro Granata
Ricadi (VV). Un weekend in cui ad essere protagoniste saranno storie di resistenza, legalità, amore per la propria terra e devozione per il proprio lavoro, fra il coraggio di restare e la sofferenza di dover partire.
Questi i temi dei due eventi che il 20 e il 22 agosto animeranno il Parco Torre Marrana di Ricadi per la V edizione di Avvistamenti Teatrali, la rassegna dedicata alla nuova drammaturgia ideata e diretta dall’associazione “Avvistamenti” di Maria Irene Fulco e Michele Paluci, con la direzione artistica di Andrea Paolo Massara.
L’evento, realizzato grazie al sostegno della Regione Calabria, del Comune di Ricadi e del partner privato De’ Minimi di Villa Paola, Tropea, si pone come uno dei fari nel deserto sociale e culturale del territorio, con spettacoli di rilievo ed eventi collaterali in grado di far vivere al pubblico esperienze intense ed emozionanti, ma al tempo stesso capaci di aprire riflessioni su un territorio difficile con le testimonianze di chi ha deciso di tornare e dire no alla mafia.
«Vogliamo portare sul palco di Avvistamenti delle storie forti, vere, che accendano riflessioni sul Sud – commenta il direttore artistico Andrea Paolo Massara – su tutte le difficoltà che derivano dal vivere in un territorio storicamente martoriato dalla criminalità organizzata, ma che raccontino soprattutto la parte più bella della nostra terra, quella che resiste, lotta e che nonostante tutto decide di restare».
Partire o restare? Quanti segreti ci sono nella storia di una famiglia? Quanti personaggi incredibili si sono succeduti di generazione in generazione?
Queste le domande al centro di “Antropolaroid”, lo spettacolo di e con Tindaro Granata, uno dei più grandi talenti del teatro contemporaneo, che calcherà nuovamente il palcoscenico di Torre Marrana il 20 agosto alle 21:30, con uno speciale per il decennale del suo spettacolo d’esordio, nell’ultima replica in Calabria.
Uno spettacolo di rara bellezza, a tratti struggente, dove uno straordinario Granata, solo in scena, racconta la storia della sua grande famiglia, tra gioie, dolori, matrimoni e migrazioni, e di una terra, la Sicilia, in cui dover decidere se allontanarsi o restare.
Per lo speciale del decennale, lo spettacolo sarà inaugurato da “La Cuntrura” dell’artista calabrese Simone Tudda, monologo scritto in occasione di un laboratorio di drammaturgia tenuto da Granata sul suo “Antropolaroid”. Un personalissimo ritratto di famiglia, la cui storia attraversa le generazioni grazie alla trasmissione orale di sogni e tradizioni in una spirale di emozioni, fra il dolore dell’assenza e il desiderio feroce di vivere.
“Cunti Cunzati” – domenica 22 agosto alle 20:30 – sarà invece un viaggio nei saperi e nei sapori attraverso il quale conoscere meglio sé stessi, in cui il cibo diventa sinonimo di identità, simbolo di rinascita e lotta contro la criminalità organizzata. Una cena particolare in cui pubblico sarà seduto intorno ad un tavolo d’eccezione, il palcoscenico, mentre attorno prenderanno vita racconti, sapori e ricordi, per continuare a parlare di Sud e resistenza.
A fornire la farina per preparare le fileja, pasta tipica della tradizione gastronomica del vibonese, sarà infatti Molino Morelli, azienda guidata da Pino Morelli e specializzata nella molitura a pietra naturale di grani antichi, che nel 2008 è stata vittima di aggressioni da parte della ‘ndrangheta. Morelli ha deciso di denunciare i propri estorsori e di resistere nonostante le difficoltà, continuando a svolgere l’antico mestiere che gli era stato tramandato dai genitori e che aveva deciso di riprendere in mano tornando nella sua terra, nonostante vivesse e lavorasse a Bologna.
Storie di audacia e di ritorni, storie di giovani imprenditori che credono nelle potenzialità di questo territorio e che contribuiranno alla cena, come Renato Marvasi, che da Roma, a soli 28 anni, ha deciso di tornare in Calabria per ridare prestigio ad una terra storicamente vocata al vino, ridando vita alle terre dei nonni fondando l’azienda Marchisa.