Azienda unica ospedaliera, De Biase: “Difendere l’identità di Lamezia”
2 min di letturaLAMEZIA. Sull’annessione dell’ospedale di Lamezia all’azienda unica Pugliese Ciaccio – Mater Domini interviene nel dibattito politico Salvatore De Biase, esponente politico di lungo già presidente del consiglio comunale lametino.
Di seguito la nota: “Fusione si, Fusione no ! Queste sono le riflessioni che emergono a più voci in città e nel comprensorio sulla possibilità, dopo l’approvazione della legge 365/10, che vedrebbe il nostro ospedale facente parte di un progetto di futura fusione con “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini”.
Identità a Lamezia. La premessa che da ciò scaturisce è quella di un compito che dobbiamo assegnarci senza cadere nello scontro politico e negli interessi di parte, perché in questo caso è da tutelare prima l’interesse generale della città e del comprensorio lametino. Insomma, se non si conoscono i contenuti reali, si potrebbe sbagliare dicendo si, o il contrario e in questo caso, Lamezia potrebbe essere solo fagocitata. Comunque vada occorre difendere l’identità di lamezia e analizzare qual è il punto di forza, o quale sarà. E allora qui la domanda: se “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini”, senza Lamezia, procedessero verso un super Hub, con l’istutuzione del pronto soccorso anche all’Università Mater Domini, Lamezia, rimanendo fuori con il ruolo di Spoke, soprovviverebbe ? E rimanendo così com’è, risulterebbe assorbita totalmente con l’apertura di un’area sanitaria con 850 posti letto, con risorse notevoli, con destinazioni specialistiche attrattive e tutte in quell’area? Diversamente, Lamezia sanitaria fondendosi con le realtà citate, e quindi pesando e contando attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico-politico e di qualità, che condizioni una scelta che possa dare alla Lamezia sanitaria il ruolo, il prestigio, le rappresentanze, i compiti e la prospettiva che merita, la nostra struttura si presenterebbe come riferimento specialistico a cui guardare e appoggiarsi con tutte le prerogative future ?
Certo che concordiamo sulla meravigliante accelerazione avuta sulla questione “fusione”, quando la consiliatura volge quasi al termine: Ma è così che la politica opera, quello che non si fa in anni si fa in giorni, e viceversa. Di fatto, è stata approvata in commissione Sanità, la proposta di legge 365/10 firmata dai consiglieri Mirabello, Parente, Tallini Scalzo, Esposito e Ciconte relativa all’integrazione tra le aziende ospedaliere di Catanzaro “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini”. Per questo affermo che con tale provvedimento si apre una partita su cui riflettere e operare con equilibrio e misura. Per Lamezia, la fase è molto delicata, così come lo è per l’intera area sanitaria calabrese. Comunque vada il testo di legge licenziato dalla commissione Sanità dovrà necessariamente essere sottoposto al giudizio e approvazione del consiglio regionale, con tutte le attenzioni e probabili emendamenti.
Lo scenario che si prospetta è molto delicato, si potrebbero ridisegnare gli assetti dell’offerta sanitaria in tutta l’area centrale della Calabria, tanto è vero che l’azienda unica sarà al momento, la più grande e corposa di tutto il Sud. Di certo, con l’approvazione della legge, si apre un nuovo corso, naturalmente nel momento in cui – approvata la legge in Consiglio, ci si dovrà sedere intorno ad un tavolo tecnico, per stabilire un Protocollo d’intesa utile a spalmare prerogative sanitarie, servizi, risorse per aree e responsabilità mediche funzionali.
Su una mia proposta il Comitato per i 50 anni di Lamezia ha individuato come “personaggio dell’anno 2018” la Sanità Negata, ovvero: la sanità negata è stata la riduzione di posti letto; la scomparsa di specialità importanti come le malattie infettive e la terapia intensiva neonatale; la riduzione del numero dei primariati, la riduzione del personale operante. Ma la sanità negata nel 2018 è stata soprattutto vista nel cristallizzarsi di una nuova realtà territoriale che si stava sviluppando con la fusione dei due importanti ospedali di Catanzaro per formare l’azienda sanitaria ospedaliera universitaria. Per questo è un compito che dobbiamo assegnarci senza cadere nello scontro politico e negli interessi di parte, perché in questo caso è da tutelare prima l’interesse generale della città e del comprensorio lametino. Le modifiche all’attuale proposta potranno essere apportate in seno al Consiglio regionale ove verranno ritenute necessarie ed opportune. Ma non si torni indietro. Stare separati in un’area limitata con un mega HUB alle spalle del nostro ridimensionato ospedale non può consentire alcun cambio di rotta rispetto all’attuale ed a quello che abbiamo visto dal 2010 in poi. Voglio anche far rilevare che l’assenza di una amministrazione elettiva ci priva, in questo momento, del sicuro apporto di sostegno alla integrazione. L’ultima amministrazione del sindaco Mascaro ha fortemente richiesto sostenuto la soluzione che oggi intravediamo. Ma non solo il sindaco Mascaro. La questione sanità è stata da anni uno degli argomenti più dibattuti in diversi consigli comunali che si sono sempre conclusi con documenti unanimi di interventi per qualificare il nostro ospedale per funzioni non concorrenziali ma di integrazione. Ora serve riacquistare quello spirito e non serve cercar personale visibilità a spese di un tema così rilevante”.