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Aziende agricole del lametino, Coldiretti fa il punto sui danni dell’alluvione

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Il consiglio direttivo della Coldiretti del comprensorio di Lamezia Terme si è riunito per discutere sui danni e le iniziative da intraprendere dopo gli eventi calamitosi che si sono verificati ripetutamente sull’importante territorio produttivo che si caratterizza per una agricoltura di qualità.

All’incontro, convocato dal presidente Salvatore Lachimia, hanno partecipato il presidente della Federazione Coldiretti di Cz-KR-VV Fabio Borrello e il direttore Pietro Bozzo. Hanno portato un significativo contributo il direttore del consorzio di bonifica di Lamezia Flavio Talarico, l’ing. Pasquale Cimbalo e Raffaele Mangani componente la deputazione amministrativa dell’ente e dirigente Coldiretti. Due sono state le direttrici dei lavori: le azioni da intraprendere per i danni alle aziende agricole ma soprattutto un piano concreto che, dopo lo stato di emergenza, preveda  concrete volontà per dare risposte preventive al territorio intervenendo subito, come è stato sottolineato da tutti,  sulla necessaria manutenzione, da parte di chi ne ha le competenze, di fiumi e torrenti altrimenti le azioni di pulizia del reticolo idraulico rischiano di essere inutili. L’esempio plastico di questo, lo ha portato il dirigente Domenico Panzarella, al quale l’esondazione del torrente Turrina ha portato via tutto, compresa anche la possibilità di ripristinare l’azienda e ridare lavoro alla sua famiglia e a quelle dei 15 dipendenti.

Analoga situazione per altri agricoltori del territorio le cui aziende ricadono in prossimità dei fiumi Sant’Ippolito e Amato. Ulteriore conferma sulla mancata manutenzione degli alvei fluviali è venuta dal Responsabile degli Uffici tecnici del Consorzio, ing. Cimbalo, che ha fornito alcuni dati utili a comprendere come sia necessaria una più ampia politica di condivisione degli interventi preventivi in quanto la sola pulizia dei canali di scolo, su cui ha la competenza il Consorzio, (circa 150km di canali) seppur effettuata, non è sufficiente laddove gli alvei fluviali non siano ben tenuti e funzionali. Il direttore del Consorzio, Talarico, ha riferito che nel corso dell’ultimo incontro in Regione, sono state individuate alcune linee di intervento prioritarie, ma resta sempre inteso che manca la visione generale e strategica sull’utilità dei Consorzi che sono enti baricentrici per una sana programmazione a difesa dei territori e delle aziende agricole. Il presidente Lachimia, che ha rischiato la vita per mettere in sicurezza la propria azienda nel corso dell’esondazione dei fiumi Sant’Ippolito e Amato, ha ribadito con forza che la vera priorità è quella di mettere in sicurezza i fiumi attraverso adeguate azioni di pulizia degli alvei. Ha altresì evidenziato come molte aziende agricole sono attrezzate e con gli “appalti ambientali”, previsti dalla Legge di Orientamento, potrebbero provvedere in autonomia a fare manutenzione sui corsi d’acqua.

Nell’intervento finale il presidente interprovinciale Borrello, ha avuto un ricordo particolare della tragedia della mamma e dei suoi bambini inghiottiti dalle acque che ha scosso l’intera regione. “Un fatto grave – ha detto -che non può e non deve più accadere”.  “Il rischio idrogeologico zero non esiste – ha aggiunto – però non possiamo più mettere in ginocchio ad ogni pioggia il sistema produttivo agricolo, agroalimentare e turistico che assicura sviluppo sostenibile, reddito e occupazione.  La struttura della Coldiretti – ha riferito – ha predisposto la modulistica per permettere alle aziende agricole di segnalare i danni subiti. Continueremo – ha concluso Borrello – con particolare impegno nella salvaguardia del territorio, convinti che le risorse investite in prevenzione sono una minima percentuale di quelle necessarie dopo le calamità che, come insegna il passato sono costate alla collettività somme enormi. Attori principali ed essenziali saranno i Consorzi di Bonifica che possono assicurare la sicurezza dei cittadini, l’economia e la bellezza dei territori, la dignità del lavoro.

 

 

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