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Azione Identitaria: raccolta differenziata, spreco e costi elevati

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Azione Identitaria: raccolta differenziata, spreco e costi elevati

Azione Identitaria: raccolta differenziata, spreco e costi elevati

Azione Identitaria Calabria in una nota fa un’analisi sulla raccolta differenziata in Italia e nella fattispecie in Calabria.

Ecco il comunicato:

Ormai da anni ci è stato quasi imposto di credere che nel settore dei rifiuti, dove le grandi mafie hanno costruito molte delle loro fortune, la raccolta differenziata sia un qualcosa di divino che il cielo ci ha mandato ed anche l’Ue, rigidissima sulle normative ambientali, ha puntato per tutti i Paesi membri su questa tipologia di raccolta.

La raccolta differenziata in Italia ha superato nell’ultimo anno il 50% del totale della produzione dei rifiuti ed in maniera esponenziale a tutto ciò sono aumentati di conseguenza i costi operativi per la stessa raccolta che sono passati da 2,6 miliardi di euro nel 2007 a 3,5 miliardi nel 2017, con un sistema di raccolta stradale che ha raggiunto il 62% dei volumi e la modalità porta a porta ha toccato il 38%.

Quest’ultimo sistema di raccolta si conferma molto più costoso ed oneroso di quello stradale, il porta a porta costa 190 euro a tonnellata contro i 74 sempre a tonnellata della stradale con un costo medio di differenziata di circa 126 euro, che cambia a seconda della diversità merceologica tipo plastica, vetro, carta, frazione organica etc.

Il sistema porta a porta ha bisogno di maggiori mezzi e più numero di lavoratori, il che, dal punto di vista occupazionale, potrebbe rappresentare un fattore positivo, ma quel che sorprende di tutto questo sistema sono le promesse dei vari amministratori locali i quali sbandierano sempre aspettative altissime di percentuale di differenziata e Tari diminuita per tutti.

Ovviamente cosi non è, e se ne accorgono sempre più cittadini quando vedono recapitare a domicilio le fatture per la spazzatura, sempre più salate e con sistemi falliti e città sporche.

La nuova normativa europea che è entrata in vigore da qualche settimana impone che entro il 31 dicembre 2025 almeno il 65% in peso dei rifiuti da imballaggio debba essere riciclato, attenzione riciclato e non differenziato, il primo è il fine mentre la raccolta differenziata porta a porta o meno è un mezzo per raggiungerlo.

La Commissione europea prevede che nel 2025 il risparmio di materie prime per l’industria potrebbe essere di circa 400 miliardi di euro (il 14% a parità di produzione) e 12 miliardi di euro per l’Italia.

Per raggiungere questi obiettivi naturalmente i cittadini dovranno sorbirsi dei sacrifici che si traducono in costi e tasse, come è il caso della Tari che negli anni, per volontà dell’Ue, aumenterà sempre più per finanziare i servizi di igiene urbana che spesso non abbiamo e nelle città calabresi non facciamo fatica a constatare ciò.

Tutti sforzi che stanno risultando vani e per i quali si è deciso di sacrificare negli anni altri sistemi di raccolta-riciclaggio e trasformazione dei rifiuti che avrebbero fatto della nostra spazzatura una risorsa da vendere e commerciare, con pagamento di tasse più contenute e con un’occupazione garantita ugualmente in termini di unità lavorative.

Lo scopo della raccolta differenziata, che sia essa stradale o porta a porta, è solo uno: provare a raccogliere i rifiuti che produciamo in categorie omogenee, di qualità sufficientemente elevata per poi avviarle al riciclo.

E se non esiste un metodo di raccolta in assoluto migliore rispetto a un altro, dipendendo fortemente dal contesto del territorio locale, è sempre vero che non ha senso fare la raccolta differenziata senza poi re-immettere sul mercato come materie prime seconde i rifiuti raccolti a fronte di costi elevati.

Sindaci, amministratori provinciali ed ente regione a tutto ciò non sanno venirne a capo e negli anni, nonostante un commissariamento lungo 15 anni nel settore ambiente, oggi ci ritroviamo più indietro di prima con un assessore all’ambiente, la Rizzo, che non ha ancora forse ben capito che per tutto questo sistema di raccolta differenziata e poi riciclo ci si deve dotare di impianti industriali di selezione, riciclo, recupero e smaltimento finale, tutte cose che in Calabria mancano ed a fronte di tutto ciò paghiamo per un servizio a metà e fatto male, una Tari carissima.

Il futuro?

Ci saranno nuove infrazioni che l’Italia e la nostra regione dovranno pagare, il servizio sarà ancora pessimo e la Tari aumenterà, per avere strade sporche, emergenze rifiuti in maniera ciclica e quindi seri rischi igienico-sanitari.

Azione Identitaria Calabria

 

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