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Barbanti: l’on. D’Ippolito cerca scuse per far chiudere l’ospedale di Lamezia

3 min di lettura
Sebastiano Barbanti

On. Sebastiano Barbanti

Continua la querelle tra Barbanti e D’Ippolito sul Polo Traumatologico

Ecco la nota di Sebastiano Barbanti:

L’on. Giuseppe D’Ippolito non sa che il Polo Traumatologico nell’Ospedale di Lamezia Terme è stata una decisione del Piano Sanitario Regionale 2004-2006, che il successivo piano della salute 2007-2009 confermava e rinforzava assegnando anche l’autonomia economica

L’on. Giuseppe D’Ippolito non sa che la questione della non-attuazione del Polo Traumatologico ebbe inizio con il DCA 18 del 2010 del Commissario Scopelliti con la consulenza del Dr. Scaffidi, che non realizzò il Polo Traumatologico, senza dare alcuna motivazione.

L’on. Giuseppe D’Ippolito non ricorda le decisioni che questa Città ha approvato nel suo Consiglio Comunale, sempre all’unanimità, sulla attuazione del Polo Traumatologico Regionale.

L’on. Giuseppe D’Ippolito non sa neppure che una Rete Politrauma nella nostra Regione il Commissario Scura è stato costretto a decretarla, solo che è mancante del punto centrale, detto Centro di Alta Specializzazione, che è la versione nella Rete Politrauma del precedente Polo Regionale Traumatologico.

Il commissario Scura ha avuto la protervia di far mancare alla Rete Politrauma il più importante punto centrale che avrebbe potuto essere attivato nell’Ospedale di Lamezia Terme per la posizione, per le vie di collegamento, per la piazzola elicotteristica e per la stessa struttura ospedaliera.

La mancanza di motivazioni a supporto di tale scelta provocò le proteste mie, di altri esponenti politici locali e delle Associazioni civiche, a cui solo successivamente seguì la giustificazione dei 2 milioni di abitanti che la Calabria non aveva.

A quella motivazione mi sono opposto in tutte le sedi sostenendo che si trattava niente di più che una indicazione, e come sostegno alla mia tesi portai l’evidenza dell’attuazione della Rete Politrauma in Sardegna ed in Liguria, che sono abbondantemente al di sotto dei due milioni di abitanti.

Tutto questo l’on. Giuseppe D’Ippolito ora lo sa.

La Rete Politrauma in Calabria va completata perché è oggi mancante del punto centrale. E tale punto centrale verrà individuato, incredibilmente, ”Fuori Regione”.

Si opponga pure Lui ed il Movimento 5 Stelle a questa indicazione che è offensiva per i Calabresi perché per una patologia definita tempo-dipendente, in cui si deve intervenire in brevissimo tempo dall’evento, non si può e non si deve decretare “Fuori Regione”, senza nemmeno dire dove.

Tutto questo niente c’entra con l’integrazione del nostro ospedale nella azienda ospedaliero-universitaria MaterDomini-Pugliese Ciaccio, che pure è stata la richiesta condivisa anche dall’allora cittadino D’Ippolito nelle manifestazioni popolari del 2016. Abbiamo la memoria corta? O semplicemente abbiamo (legittimamente, per carità) cambiato idea?

Oggi anche per merito del Consigliere Scalzo siamo alle porte di una programmazione ospedaliera integrata che dovrà essere definita in un protocollo d’intesa.

In quella sede verranno precisati funzioni, reparti, posti letto e primari.

Che senso ha opporsi ora quando ancora non si sa quale indirizzo e quali indicazioni verranno da quel tavolo?

L’on. D’Ippolito di trova nelle condizioni di poter influire. Lo faccia con documenti e con proposte scritte, abbandonando la propaganda fatta di slogan e qualunquismo che ormai non inganna più nessuno. Per costruire servono competenze, dedizione e pazienza. E tanto amore per la propria terra.

Infine, noto con un sorriso che l’on. Giuseppe D’Ippolito s’interessa anche dei miei trascorsi dentro il Movimento 5 Stelle ove, dopo averlo fondato in Calabria, ci sono rimasto il tempo indispensabile a rendermi conto che si pretendeva rimaner passivi e silenti ricettori di decisioni a fronte di una devastante incompetenza e superficialità. Virus che vedo incombere anche nelle nostre contrade. Ma d’altronde si sa: “grandi menti parlano di idee, menti piccole parlano di persone.”

Sebastiano Barbanti

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