Barbanti: Nuovo Campo, politica lasci spazio a nuove idee
3 min di letturaOrmai è evidente che le persone, i cittadini, si attendono delle risposte precise a partire dalla capacità di rinnovare noi stessi, di aprire le porte alla società e interrompere questo corto circuito che ormai evidentemente e palesemente è la divisione fra il “mondo politico” e la “società civile”.
Oggi quest’ultima ha detto basta e pretende dalla politica che non si chiuda ancora e che lasci spazio a nuove idee, alla partecipazione. Nella speranza che questo consenta di rimettere in sintonia politica e popolazione.
Oggi abbiamo necessità di un progetto che ci proietti nel lungo termine, che ci faccia uscire dalla spirale perversa della “prossima legislatura” e ci apra alla visione del futuro che vogliamo costruire e che dobbiamo impegnarci a realizzare.
Per consentire tutto questo è necessario che oggi si faccia, tutti, un passo indietro. Solo rimettendoci in discussione tutti si porranno le basi di una rinascita, di una ricostruzione.
Occorre una rottura che rimetta tutti sulla linea di partenza insieme ad nuova linfa, esterna alla attuale struttura del Partito, ma interna ai suoi valori più profondi.
Rinunciare alle rendite di posizione interne è il solo modo per riaprire le porte del Pd senza rischiare di ricadere nei soliti retorici appelli.
Se veramente vogliamo tornare ad un dialogo con i cittadini è necessario che la cosiddetta “classe dirigente” smetta di pensare in termini di “noi” e “loro”.
Colloquiare con la base, per un partito, non può consistere in una “benevole” concessione che gli “eletti” fanno a iscritti e sostenitori. Sono questi ultimi a detenere il potere sovrano delle scelte, gli eletti sono al loro servizio e semmai la benevolenza è nella base a sostenere, informare e formare la propria classe dirigente.
Al concetto di primo della classe si sostituisca quello di gruppo di lavoro, alla legge della superiorità prevalga quella della reciprocità senza cancellare le qualità personali dei singoli ma ponendole al servizio di chi ci sta accanto. Abbiamo bisogno di una politica che possa dimostrarsi diversa, possa significare inclusione, possa significare dialogo, sappia anteporre gli interessi collettivi a quelli personali, possa premiare la meritocrazia e non l’anzianità, possa essere un faro per la risoluzione dei problemi quotidiani della gente.
Ed oggi alla nostra base, ai nostri iscritti, simpatizzanti, sostenitori noi dobbiamo far ricorso per trovare nuova linfa, nuove idee, nuove risorse. Perché questa accada dobbiamo, però accettarne il giudizio e sottoporci ad esso in modo totale, sincero, aperto. Consentendo una discussione senza paletti, senza condizioni. Consentendo alla base di esercitare il proprio ruolo ed il proprio potere.
Il 28 aprile ripartiamo proprio da questi concetti. Il 28 aprile l’avventura di Nuovo Campo prende il via in Calabria. Non è una corrente, non è nato da un “caminetto”, non ha “capi e capetti”, non ha “rituali” di partito; al contrario, vogliamo riannodare i fili con la società civile, vogliamo ascoltare le istanze di tutti, vogliamo costruire, tutti insieme, proposte per una società migliore. Con umiltà, con modestia, con entusiasmo, con determinazione ma, soprattutto, con allegria.
Sebastiano Barbanti