La Barbie più piccola del mondo
2 min di letturaUna metafora morta vale come una nuova parola
Tu mi fai girar
Tu mi fai girar
Come fossi una bambola…
(Patty Pravo)
Mutando “disco” (CD, intendo), disco (alla latina), cioè imparo, o forse è meglio dire, cuccando, apprendo anche lo stile romano: Pupa que is (= quae es, CIL IV, 1234), dice un’iscrizione, che da noi suonerebbe Pupa che sei “bona”! Quindi il fascino neolatino ha tutta una storia lontana nel tempo. Occhio, allora! Se provate a specchiarvi reciprocamente, vedrete la vostra forma riflessa in proporzioni minime, come se fosse una piccola bambola, custodita nello sguardo dell’altro. Per questa ragione la parola latina pupilla, “bambolina, bambina”, assunse per trasferimento concettuale l’idea di “pupilla dell’occhio”, dalla piccola immagine che vi si riflette.
Pupilla evoca la rappresentazione di qualcosa in scala minore, perché diminutivo di pupula, “bambolina, bambina”, a sua volta derivativo di pupa, “bambola, bambina”, da cui il nostro “pupa”. Nella lingua italiana non ha avuto difficoltà ad inserirsi a pettine il lessico oculistico di pupilla (1304-1308): come spesso succede, una metafora morta vale come una nuova parola, arricchendo il nostro sistema verbale. Se non fossimo in grado di risalire nel tempo fino alla fase latina della nostra storia linguistica, ignoreremmo il significato della voce latina e il processo metaforico che ha dato origine alla nostra pupilla del bulbo oculare.
Mi sembra che il linguaggio venga sempre più usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile […]. Alle volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione nelle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze.
(Italo Calvino, Lezioni americane)
Ecco la sfida del nuovo millennio: fare un passo indietro per comprendersi meglio, che è il modo intelligente per proiettarsi in avanti.
Basta non avere gli occhi foderati di prosciutto!
E la letteratura ci dice che non è ancora perduto tutto!
Prof. Francesco Polopoli