Bausone: Su ineleggibilità Afflitto deciderà Corte d’Appello, ma lui dica se ha mentito
3 min di letturaAlessia Bausone – Già candidata del M5S in Consiglio regionale, sull’asserita eleggibilità di Francesco Afflitto
Ho inoltrato per il tramite dell’avvocato Giovanni Cilurzo, formale atto di appello avverso l’ordinanza del Tribunale di Catanzaro sull’asserita eleggibilità di Francesco Afflitto, che ritengo profondamente errata nel merito, maliziosa e capziosa nella valutazione delle risultanze probatorie e documentali, oltre che sviata (a caldo, appunto, parlai di “cantonata”) da taluna documentazione prodotta, seriamente dubbia nella sua veridicità e già portata al vaglio della Procura guidata da Nicola Gratteri.
Pertanto, auspico che la Corte d’Appello di Catanzaro, alla luce di una più corretta e limpida ricostruzione, non offuscata da questi strani tentativi di intromissione nei processi decisionali giudiziari, possa far emergere la verità vera della questione sottoposta, ribaltando in toto la decisione di primo grado, sussistendone tutti i presupposti e nel più breve tempo possibile.
La pronuncia di primo grado ha prodotto il nefasto, conseguente, risultato di far sorbire ulteriormente ai cittadini calabresi un Consigliere regionale che trova supporto politico praticamente solo dal suo portaborse-fisioterapista strapagato con i soldi pubblici e da qualche parlamentare crotonese (sempre politicamente) alla canna del gas alla luce della imminente non rielezione.
Afflitto dinanzi al Tribunale di Catanzaro, voglio ricordarlo, ha smentito e disconosciuto il curriculum da lui stesso pubblicato sul sito del M5S e su quello della sezione “elezioni trasparenti” della Regione Calabria, tanto che su quello del Consiglio regionale ha provveduto a modificarne i dati e le informazioni riguardanti sua attività professionale.
Dica, quindi, pubblicamente e con chiarezza il Presidente della commissione di vigilanza (di fatto, subappaltata a Forza Italia con Pasqualina Straface), se ha mentito agli elettori o ha mentito in Tribunale sul suo curriculum, al posto di nascondersi continuando a riaffermare quotidianamente e nei fatti la sua acclarata latitanza politica.
Voglio considerare, infine, che la sconvocazione della Giunta per le elezioni che si sarebbe dovuta riunire lo scorso 28 marzo, sia un mero caso e non un tentativo di dar sponda ad estemporanee eccezioni processuali (come successo all’amico Pietro Molinaro) utilizzando la cosa pubblica, venendo meno all’obbligo di convalida (seppur con riserva per quelli la cui ineleggibilità è “subiudice”) degli eletti. Per questo intimerò al Presidente Filippo Mancuso e ai componenti della Giunta di far fronte ai propri doveri d’ufficio ai sensi dello Statuto e dei Regolamenti perchè non permetterò alla casta di fare muro avverso le legittime istanze di giustizia.