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Beni confiscati, Amalia Bruni: il Governo, inspiegabilmente cancella un fondo da 300 milioni

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amalia bruni

Beni confiscati, Amalia Bruni: “Il Governo, inspiegabilmente cancella un fondo da 300 milioni di euro previsti dal Pnrr per il loro recupero. È  urgente dare certezza di finanziamenti ai progetti ammessi. La presidenza della Regione non può continuare a girarsi dall’altra parte”

Comunicato Stampa

Una lunga sequela di occasioni perse, di progetti svaniti, di percorsi che non si completeranno più  che potevano dare un nuovo volto a comuni grandi e piccoli del Mezzogiorno e, naturalmente, della Calabria. Tutto questo perché è stato defininaziato il fondo (300 ml) per recuperi e ristrutturazioni di beni requisiti alla criminalità organizzata.

Dopo un regolare bando, che ha visto impegnati centinaia di enti locali e amministrazioni dello Stato a partecipare ed essere selezionati con apposita graduatoria, provocando legittime aspettative nei territori interessati e l’orgoglio degli amministratori, ora, il governo cancella tutto come se si fosse trattato di un ingenuo “sogno” in una notte di mezza estate.

Nel panorama dei progetti cancellati dal PNRR per volontà dal Governo Meloni, la Calabria paga il prezzo più alto, circa 58 milioni di euro, e l’aver definanziato il fondo per il recupero e la ristrutturazione di patrimonio confiscato alla criminalità organizzata rappresenta certamente la ferita più ingiusta e insopportabile.

Non si può non essere d’accordo con  le dichiarazioni del responsabile regionale calabrese dell’Associazione Libera, Giuseppe Borrello, che ha definito “una scelta sbagliata che va a penalizzare, soprattutto in  Calabria, quegli enti territoriali, 35, che erano riusciti, nonostante i limiti organizzativi e di organico, a presentare progetti considerati meritevoli di essere finanziati, risorse importanti e straordinarie che sarebbero state impiegate per realizzare progetti altrettanto straordinari su quei beni che prima erano simbolo della potenza e prepotenza della ‘Ndrangheta e che sarebbero diventati simbolo di impegno, corresponsabilità e cittadinanza attiva come centri antiviolenza, centri sportivi, asili nido, centri di aggregazione, insomma, presidi di legalità.

Come gruppo regionale del PD abbiamo chiesto una informativa urgente al presidente della Regione. L’utilizzo del patrimonio confiscato è una sfida che lo Stato deve vincere, per affermare la sua sovranità. Disillusioni come queste non fanno altro che alimentare sfiducia e rassegnazione. Si dia priorità assoluta.

È urgente dare certezza di finanziamenti ai progetti ammessi e continuità alle procedure amministrative. Pensare che questa sia una delle tante vicende sarebbe un grave errore che, in parte si è già consumato con la soppressione del fondo. Anche la presidenza della Regione non può continuare a girarsi dall’altra parte ma deve assumere una iniziativa adeguata.

Troppi silenzi, da parte di chi ha fatto della comunicazione la prima attività non si giustificherebbe soprattutto in questo contesto.

Lo scrive in una nota Amalia Bruni, Gruppo Pd e vicepresidente della Commissione Antindrangheta.

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