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Biagio Camagna, il paladino dei poveri nella Reggio di fine Ottocento

6 min di lettura

Avvocato, pubblicista e deputato per 27 anni, dedicò la sua attività politica al miglioramento sociale delle classi meno abbienti di Reggio Calabria.

Biagio Camagna nacque a Reggio Calabria il 31 gennaio 1858 da Giovanbattista e Maria Spinelli. Ebbe anche tre sorelle. Il padre era un avvocato, consigliere comunale e per qualche tempo facente funzioni di sindaco, fu tra i protagonisti dei moti risorgimentali reggini del 1847/48 per cui fu condannato ai ferri fino al 1852. Dopo la licenza dal liceo classico conseguito presso il Convitto Nazionale reggino, a soli 20 anni (1878) si laureò in giurisprudenza a Napoli, da brillante discepolo di Enrico Pessina (1828- 1916, filosofo e giurista insigne). Ritornò a Reggio per esercitare l’avvocatura penale presso lo studio paterno.

Camagna pubblicista politico locale e penalista insigne

Ma nello stesso 1878 iniziò la sua attività di pubblicista scrivendo Memorie forensi pubblicate successivamente in sei volumi e dall’anno successivo si dedicò a tempo pieno al giornalismo fondando testate quali “Ferruccio”, “Lo Spartaco” ma sopratutto “La Provincia di Reggio Calabria” in cui affrontò argomenti di politica, arte, critica e varietà dove sopratutto ebbero molto successo le brevi biografie di personaggi illustri da lui chiamate «Profili calabresi» e tutti accumunati da una collocazione politica vicino alla Sinistra Storica (1876 – 1903).

Camagna usò questi fogli sopratutto per lanciare la sua carriera politica che iniziò giovanissimo a soli 24 anni (1882) da consigliere comunale e assessore, di effimera durata. Nel 1889 lo ritroviamo nel consiglio provinciale ma da rappresentante del collegio di Radicena (l’odierna Taurianova).

Frattanto la sua attività forense gli fece guadagnare velocemente credito e considerazione in città per via delle sue battaglie legali a favore dei più deboli e che gli favorirono un enorme sostegno politico elettorale tant’è la sua fazione politica fu ribattezzata i “camagnini”.

Foto aerea del 1908 dello Stretto di Messina

Camagna deputato del regno

Nel 1890 divenne massone aderendo alla obbedienza col grado di Maestro presso la Loggia Stefano Romeo di Reggio Calabria. Nel 1892 si candidò per la prima volta al Parlamento nazionale. Sarà la prima elezione fino al 1919. Diverrà il campione assoluto della fazione cittadina liberal-democratica con simpatie radicali, un simbolo della Reggio popolare contro quella dei baroni e proprietari. Infatti le sue candidature furono sempre a sostegno dell’ala politica prima della Sinistra Storica e in seguito di quella riformistica di Giovanni Giolitti. Nel 1892 vinse nettamente contro i suoi avversari, nel 1895 vinse nuovamente contro i forti candidati ministeriali pro Crispi fondando un giornale per sostenere la sua elezione “Il Popolo”. L’anno dopo, per elezioni straordinarie a causa della caduta anticipata del ministero Rudinì, Camagna si scontrò la prima volta contro il potente rappresentante del fronte aristocratico – conservatore reggino qual’era Demetrio Tripepi (i suoi sostenitori furono ribattezzati “tripepini”) col quale si scontrò nuovamente anche nelle elezioni del 1900 dove Camagna la spuntò ancora una volta grazie al sostegno determinante di Massoneria e socialisti alle elezioni suppletive dell’anno successivo. Nel 1904 Camagna, ormai dominus indiscusso del partito giolittiano (quindi governativo) a Reggio Calabria sconfiggeva il candidato conservatore, il siciliano Bosco Garibaldi nonostante il comune di Reggio Calabria fosse saldamente in mano ad esponenti vicinissimi al conservatore Tripepi.

Ad inizio XX secolo dunque a Reggio vi erano due grossi politici nazionali: Camagna semplice deputato giolittiano e l’astro nascente Giuseppe De Nava, potentissimo politico conservatore e già con grosse esperienze ministeriali.Nel 1905 Camagna figura negli iscritti alla Loggia Massonica del Grand’Oriente d’Italia.

Camagna rischiò seriamente di soccombere dallo scranno di deputato a causa della cattiva gestione del post terremoto a Reggio Calabria del 1908. Infatti nonostante Camagna avesse rassicurato i concittadini in rapidi e concreti aiuti da parte del governo Giolitti chiedendo anche una tregua politica al potente De Nava, alle elezioni del 1909 De Nava vinse su Camagna anche se soltanto per 30 voti. Camagna però avrà ancora una volta uno scranno al Parlamento perchè De Nava scelse di rappresentare il collegio di Bagnara Calabra (RC) e alle elezioni suppletive vinse facilmente il debole candidato sicialiano socialista Alessandro Tasca. Alle elezioni del 1913, le prime a suffragio universale, Camagna vinse anche grazie al voto cattolico (per via del Patto Gentiloni di quell’anno fra Giolitti e i cattolici) contro i due candidati avversari, il conservatore Trapani – Lombardi e il socialista Peppe Mantica. Fu l’ultima elezione prima della Grande Guerra (1915-1918).

Alle elezioni post belliche del 1919, svoltesi con una nuova elegge elettorale di tipo proporzionale, Camagna non sarà più rieletto. Camagna in sintesi fu l’espontente reggino in Parlamento per la frangia radicale, anticlericale e giolittiana. Se mentre in tribunale fece appassionate arringhe per difendere i suoi assistiti poveri e privi di mezzi, nell’agone politico si ricordano le sue aspre polemiche con le giunte municipali conservatrici e la chiesa reggina (con attacchi personali anche all’allora arcivescovo cardinale Portanova) che gli alienò per molto tempo le simpatie dei cattolici e del clero reggino.

Però nessuno potè affermare che Camagna si arricchì dalla sua attività parlamentare. Infatti nel suo ultimo discorso elettorale del 1919 ebbe a dire “… Si è vero, io avevo una sola casa fabbricata da mio padre … il terremoto l’ha distrutta ed io non posseggo altro che tre soli metri di terreno là, al camposanto, … Quella è la mia proprietà, non ho altro se non che l’ingegno ed il vostro affetto! “.

Concluse il suo comizio dicendo anche:” Gratissimo a quanti votarono il mio nome, resto per la vita legato di riconoscenza all’antico collegio di Reggio Calabria che — sorreggendomi col suo affetto — fu per 27 anni e da solo nella provincia, baluardo invincibile contro la reazione e la rivoluzione. Torno, senza rimpianto all’intenso lavoro professionale ed all’affetto della famiglia restando però fino alla morte fedele soldato della Democrazia. Biagio Camagna”.

Camagna si ricorda comunque principalmente perchè da deputato si spese tantissimo per la creazione di un moderno porto a Reggio Calabria nonchè, dopo il devastante sisma del 1908, per una rapida ricostruzione della sua città natale. Fu autore anche di molte opere giuridiche: oltre i sei volumi citati con le “Memorie forensi” fece la raccolta dei suoi discorsi negli «Atti parlamentari». Ricordiamo poi i testi di sue celebri arringhe quali «In difesa di Giovanna Colosi, la monaca avvelenatrice di Catona» (1886), «In difesa delle cieco Domenico Margotta uccisore per ragioni d’onore» (1892), «Per il collegio politico di Reggio Calabria. Ampliamento del porto» (1894), «In memoria di re Umberto I» (1900), «Per Giuseppe Mantica» (1907), «In difesa di tre pescatori per l’affondamento del Ferry-Boat nello stretto» (1921), «In difesa di Stellario Nunnari, protagonista della tragedia d’onore in via Santa Maria di Messina» (1921).

La morte e il ricordo postumo

Abbiamo visto che con la sconfitta elettorale del 1919 Camagna si ritirò dall’agone politico e tornò a fare l’avvvocato a tempo pieno. Celebre in questo stesso anno fu la sua vittoria ad un processo in cui difese presso tribunale militare di Guerra a Napoli (3 giugno 1919) alcuni marinai reggini ingiustamente accusati di reato. Nel 1921 rifiutò una sua nuova candidatura politica. Affetto da un tumore alla gola, morì alle ore 13,25 di sabato 29  luglio 1922. Grande fu il rimpianto della sua morte fra il popolino di Reggio mentre anche gli aversari politici di una vita riconobbero la sua grandezza ideale e d’animo. Nel 1925 una sottoscrizione popolare che raccolse il denaro necessario, richiese la creazione di un monumento a sua memoria da collocarsi nell’allora piazza Prato che poi fu rinominata piazza Camagna. La statua fu commissionata l’anno prima dal Commissario prefettizio, il generale Nicola D’Avanza, all’artista reggino Domenico Pellegrino. Nel 1967 però il Comune di Reggio decise di allocare il monumento di Camagna in piazza Castello. Nel 1997 però una petizione popolare denominata “Un posto per Camagna” richiese di rimettere il monumento al suo posto orginale. Cosa che avverrà nel 1999.  Nel 2008, in occasione del 150 anniversario della nascita, a Reggio fu ricordato dall’Associazione Culturale Anassilaos con un convegno. A Reggio esistono sia una piazza che una via a suo nome.

Matteo Scalise

Carissimi lettori di Storiapop, questo è l’ultimo articolo che scrivo per questa rubrica. Vi ringrazio dal profondo del cuore per avermi seguito numerosi e fedeli in questi quasi tre anni. Non so ancora, se e quando, ma tornerete a leggermi presto in altre realtà. Un caro saluto e grazie ancora una volta.

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