Getteremo le basi per stimolare soprattutto i giovani a prendere un libro in mano e iniziare così un percorso virtuoso e liberatorio verso la conoscenza
Paolo Di Paolo su Repubblica del 4 febbraio, in un articolo intitolato “Biblioteche coraggiose alla riscossa”, ripreso da altri numerosi organi di informazione, scrive: “«…al Sud il libro è un miraggio …il dato peggiore si registra in Calabria (-15.2%) …dei 30 milioni di contributo ministeriale per l’acquisto di libri, solo il 3% va alle biblioteche del Sud…».
In qualità di cittadina calabrese e di assessore alla Cultura della Regione Calabria sottopongo una riflessione. C’è da rimboccarsi le maniche per risalire la china, partendo dal presupposto che la lettura rende liberi e consente di distinguere il giusto dall’ingiusto. Decenni di attività forsennate hanno contribuito ad allontanare sempre di più le diverse generazioni dalla lettura, molte sono state le cause e alcune assolutamente non prevedibili solo un paio di decenni fa, vedi l’esplosione esponenziale del digitale in tutte le sue forme.
Ma ci sono campi e situazioni che sono affrontabili e aggredibili, così come è mia intenzione, mettendo in moto meccanismi semplici che possono dare i loro frutti per favorire l’amore per la lettura, come d’altra parte suggerisce lo stesso articolo di Di Paolo, riportando esempi virtuosi nella stessa Calabria: penso a delle biblioteche itineranti, alla rivitalizzazione delle biblioteche esistenti e all’apertura di nuove biblioteche anche nei posti più remoti. È intenzione mia, come del presidente Occhiuto, capire come ottenere investimenti ministeriali superiori allo 0.5% attualmente destinato alla Calabria (solo il 3% al Sud, purtroppo).
La prossima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, la XXXVII dal 15 al 19 maggio, mi vedrà impegnata insieme al Dipartimento Cultura in questa affascinante sfida. Getteremo le basi per stimolare soprattutto i giovani a prendere un libro in mano e iniziare così un percorso virtuoso e liberatorio verso la conoscenza. Le figure di Tommaso Campanella e Gioacchino da Fiore, di Vincenzo Padula e Corrado Alvaro, e poi di Franco Costabile fino ad arrivare ai giorni nostri a Domenico Dara e Carmine Abate, solo per citarne alcune, faranno da apripista nel percorso che non temo di riconoscere come necessario per la nostra terra.
Spero nella condivisione dei miei propositi da parte di tutti gli operatori in ambito culturale, augurandomi un loro coinvolgimento, rammentando che un euro speso in cultura genera ricadute economiche quattro volte superiori. La cultura, da bene che è riduttivo restringere nel recinto dell’immateriale, ritenuto dai più improduttivo, dovrà essere sempre di più importante risorsa per lo sviluppo.
Mi torna in mente un arguto “Carattere” di Mario La Cava, erano gli anni Cinquanta del secolo scorso: “Si parlava di libri, di editori e di pubblico: con noi c’era nostra madre. Non vendete l’olio – disse – e volete vendere il libro?”. La cultura produce ricchezza, teniamolo bene in mente. É necessario un cambio di paradigma: ne sono, ne siamo consapevoli.
Continue Reading