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Bollette luce e gas in 10 rate, novità in manovra 2022

2 min di lettura

Il governo ha presentato un emendamento alla legge di bilancio

Contro il caro bollette arriva l’ulteriore taglio dei costi delle bollette di luce e gas.

Il governo ha presentato un emendamento alla manovra 2022 che raddoppia le risorse destinate a calmierare i prezzi dell’energia (ai 2 miliardi previsti si aggiungono altri 1,8 miliardi), che arrivano a 3,8 miliardi di euro.

Le famiglie, inoltre, potranno chiedere di rateizzare in dieci rate le bollette di luce e gas in arrivo con le fatture emesse da gennaio ad aprile 2022.

“Siamo sulla buona strada ma ancora non basta, ed è necessario uno sforzo in più sul fronte della rateizzazione delle bollette” afferma in una nota Assoutenti.

“Siamo sulla strada giusta – dice il presidente dell’associazione, Furio Truzzi – ma in considerazione dei rincari già scattati nel 2021 e di quelli che colpiranno luce e gas nel 2022, riteniamo che il periodo di rateizzazione di 10 mesi sia insufficiente. E’ necessario consentire a famiglie e imprese la possibilità di rateizzare le bollette per 24 mesi, in modo da diluire il più possibile i maxi-rincari e sostenere la capacità di spesa dei cittadini e garantire liquidità alle aziende. Una proposta questa che abbiamo illustrato nel corso di Expo Consumatori 4.0 alle società leader dell’energia (Eni, Enel, Edison, Sorgenia) e che ha trovato piena condivisione da parte di tutte le parti coinvolte”, conclude Truzzi.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, considera “una scappatoia insufficiente” l’emendamento del governo.

“E’ la prova del nove che il governo si attende una stangata senza precedenti e che i 3,8 miliardi finora previsti per contenere i rialzi sono ritenuti dall’esecutivo stesso del tutto inadeguati. Per questo, invece di limitarsi a prevedere la rateizzazione delle bollette, rinviando soltanto la mazzata, dovrebbe raddoppiare gli stanziamenti, congelando temporaneamente la riforma dell’Irpef o prevedendo un’aliquota straordinaria per i redditi più alti come aveva proposto inizialmente Draghi”, conclude Dona.

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