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Bonifica Crotone, petizione per non lasciare rifiuti in Calabria

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Bonifica Crotone, petizione per non lasciare rifiuti in Calabria

Il Comitato ‘Fuori veleni’ consegna quasi 5 mila firme al Prefetto

Il Comitato ‘Fuori i Veleni Crotone vuole vivere’ ha consegnato in Prefettura una petizione firmata da 4.994 cittadini crotonesi (per un disguido, mancano circa 1.500 firme raccolte dal Pd sullo stesso argomento) per ribadire la contrarietà allo smaltimento in Calabria dei rifiuti della bonifica dell’area industriale.

La petizione è stata lanciata ad aprile scorso in vista della conferenza dei servizi che proprio domani, 26 giugno, deve decidere sulla richiesta variante al Piano operativo di bonifica fase 2 proposta da Eni Rewind al ministero dell’ambiente.

Al viceprefetto D’Alessio è stata consegnata anche una lettera inviata al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, alla Giunta regionale e ai consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione, in cui si chiede, “la sospensione degli effetti e dell’efficacia del Piano regionale dei rifiuti in ragione delle gravi conseguenze che questo potrebbe avere per il territorio di Crotone il cui ambiente è già fortemente compromesso, e sottoposto già a forti pressioni epidemiologiche sanitarie”.

Il comitato chiede al governatore di voler avviare, vista la grave situazione sanitaria del nostro territorio, una Valutazione Ambientale Strategica preventiva del territorio già sito Sin, sospendendo in via cautelare qualsiasi attività ed autorizzazione che non abbia scontato una valutazione complessiva, cumulativa, preventiva e precauzionale sulla salute e sulla vita dei crotonesi”.

Infine, con riferimento all’imminente conferenza di servizi il Comitato sottolinea la necessità “di un coordinamento delle istituzioni locali finalizzato ad una univoca richiesta che contrasti con forza il tentativo di Eni Rewind di modificare il Pob Fase 2 approvato il 24 Ottobre 2019, per come si evince dalla nuova proposta presentata e posta all’odg della conferenza dei servizi del 26 giugno.

Ciò anche in considerazione che nulla è cambiato per giustificare della modifica, piuttosto bisogna evidenziare il mancato rispetto sulla bonifica delle prescrizioni del DM del 3 marzo 2020”.

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