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Bruno Spatara (Azione Identitaria Calabria): riflessione su famiglia e lgbt

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Bruno Spatara

Bruno Spatara

Il Reggente di Azione Identitaria Calabria, Bruno Spatara, fa una riflessione sul ruolo della famiglia al giorno d’oggi e sulla LGBT.

COMUNICATO STAMPA

“Dalle origini alla deriva”, potrebbe essere questo il titolo da dare al grottesco spettacolo che siamo oramai costretti ad assistere e che ha lo scopo di annientare il tassello millenario e fondamentale della società: la famiglia.

Doveroso ripercorrere velocemente l’evoluzione di questo fenomeno distruttore che si ufficializza in U.S.A. nel 1969 con la fondazione del Gay Liberation Front (movimento di liberazione omosessuale) subito dopo la rivolta di Stonewall,  al quale seguì la prima marcia di protesta organizzata dal GLF e, dopo anni, la creazione dell’LGBT (sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) , un acronimo che è diventato un’auto-designazione convenzionale ed è stato adottato dalla maggior parte di centri sociali e media basati su sessualità e identità di genere.

Non sono mancati e non mancano ancora oggi dissidi interni e forme di esclusione anche all’interno di sottogruppi che cercano di identificarsi in questa sigla tanto da modificarne l’acronimo in base alle proprie esigenze dettate da un incontrollabile protagonismo fomentato da teorie filosofiche che vanno dal  neo marxismo di Marcuse e che trovano origine  dal permissivismo edonista e il suo slogan “al sesso non si comanda!”; dal pansessualismo di Freud , dal  rapporto Kinsey  fino alla rivoluzione sessuale che ha portato a ridurre il sesso alla mera istintualità.

Il femminismo ha poi imposto l’idea che fosse proprio la differenza dei sessi a provocare l’inferiorità sociale della donna e che i ruoli dell’uomo e della donna, anche all’interno della famiglia – per nulla naturali ma solo culturalmente indotti – costituirebbero una grave ingiustizia.

La vera conquista ideologica e sociale sarebbe il passaggio dal “sex” all’“unisex”.

Lungi da noi addentrarci nei complessi e controversi studi scientifici e sociologici a ricercare la causa della omosessualità (dall’”assenza” del padre nella psicanalisi alle modificazioni genetiche indotte da farmaci, ecc.) , ma è sconcertante conoscere i retroscena di questo movimento (LGBT) che è riuscito a calendarizzare le sua ridicole ed oscene manifestazioni ed a condizionare le scelte politiche e le ricadute sociali nella storia di questo terzo millennio.

A livello internazionale troviamo diversi soggetti decisamente attivi nel sostenere in varie forme le lobby lgbt: organismi internazionali, fondazioni bancarie, filantropiche e multinazionali. Tutte realtà accomunate spesso dalla partecipazione attiva alle cosiddette battaglie per i diritti civili.

Anni fa lo scrittore Vittorio Messori alla domanda ‘chi finanzia coloro che vogliono abbattere la famiglia naturale?’ ha risposto senza mezze misure: ‘Alcuni settori della massoneria, l’organizzazione mondiale della sanità, le grandi lobby omosessuali internazionali, influenti settori del partito socialista europeo e i partiti di vecchia ispirazione marxista trasformati in aggregazioni cosiddette liberal’

Dietro i movimenti a favore del riconoscimento del matrimonio omosessuale, dunque, operano apparati di potere che programmano e finanziano la propaganda pro lgbt.

Dalla stessa ONU all’alta finanza: la lobby omosessuale internazionale, molto attiva a New York, Washington e Bruxelles riceve contributi sia dalle private corporation americane sia dai governi ed istituzioni europee ed internazionali.

Il tutto avviene sotto forma di donazioni a organizzazioni non governative per, ad esempio, la lotta all’Aids. Uno dei maggiori contribuenti del mondo lgbt risulta essere l’organizzazione ‘Catholic for a free choice’: un ente che insieme all’ILGA (International Gay and Lesbian Association) opera quotidianamente a Bruxelles per imporre ai legislatori europei il riconoscimento del matrimonio omosessuale negli Stati in cui ancora non è divenuto legge.

CFFC (Catholic for a free choice) è finanziata da diverse fondazioni: Playboy Foundation, MacArthur Foundation, la fondazione della casa automobilistica Ford (con oltre un milione di dollari), Open Society Institute del finanziere George Soros, Goldman Fund, Turner Foundation e Rockfeller Foundation. Tanto per citarne alcune. A queste vanno poi aggiunte aziende riconosciute a livello internazionale come Kodak, American Airlines, Apple, Citigroup, Microsoft, Toyota ed Ubs che sovvenzionano le lobby lgbt di Washington: prima fra tutte la ‘Human Right Campaign’.

Nota è la vicenda dei finanziamenti arrivati dai fondi ‘hedge’ (fondi speculativi della finanza creativa) per sostenere le campagne volte a far cancellare la legge, approvata nello stato della California con referendum popolare , che afferma come unico matrimonio riconosciuto per legge quello tra un uomo ed una donna.

Ed ancora il caso Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) ed una parte della magistratura.

Queste esperienze, questi numeri e questi fatti documentano e certificano sempre più una verità: ci sono miliardari, banche e fondi di investimento che sovvenzionano con milioni di euro e dollari le campagne pro lgbt.

Più un bambino diventa un oggetto di desiderio e non il frutto di un amore autentico più il business di certi settori aumenta. Diventa dunque un dovere opporsi a chi continua a sostenere lobby che del futuro delle Nazioni hanno ben poco interesse,  e lottare affinchè si  favoriscano politiche di sostegno reale al vero motore dell’economia: la famiglia naturale.

Sia perciò razionalizzato l’inestinguibile vittimismo dei militanti gay e non si continui ad aderire ad iniziative e proposte scellerate come quelle, riportate recentemente dai media, che aboliscono, per le scuole dei più piccoli,  ricorrenze come la “Festa del papà” o della mamma in nome di un “rispetto” per un diritto (quello ad avere due genitori, madre e padre) che deliranti umani hanno disconosciuto ad esseri innocenti!

Bruno Spatara

Reggente AZIONE IDENTITARIA CALABRIA

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