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«Cà mò mi ndi fhazzu ‘nu quatru!»

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«Adesso me ne farò un quadro!»: così siamo soliti dire, in senso antifrastico, per esprimere che non abbiamo alcuna intenzione di occuparci d’un individuo che nulla ha fatto di buono per meritare che ci si occupi di lui

Già, a volte, il quadretto è di così bassa lega che l’unico modo di affrancarsene è quello di lasciarselo cadere alle spalle.

Piuttosto, per stemperare l’amarezza di chi vi ci si è imbattuto, propongo alla visione indulgente di quanti vorranno assolvermi al riguardo qualche tela d’autore, sottotitolandola a pagina 777 del nostro televideo vernacolare.

Il mio scopo è solo di aggiungere arte ad arte: il dialetto non è anche questo!? Ci credo per volontà: volli, volli, fortissimamente volli.

La licenza è poi solo di significato, benchè sia convinto che qualunque artista abbia usato il suo particolarissimo slang.

Ecco a voi, allora, qualche mia arditezza, sperando possa essere salutata con un sorriso di bene, vostro Francesco….

Prof. Francesco Polopoli

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