Calabria, Carlo Tansi lascia la protezione civile
6 min di letturaIl capitolo è definitivamente chiuso grazie agli “stregoni del cerchio nero”
L’ormai ex presidente della protezione civile calabrese, in un post pubblicato sul profilo facebook personale, annuncia di aver ufficialmente ritirato la propria ricandidatura.
Di seguito la nota:
Ritengo doveroso informare che nei giorni scorsi ho ufficialmente ritirato la mia domanda di partecipazione alla selezione per dirigente della Protezione Civile della Regione Calabria. Si tratta di un atto amministrativo assolutamente irreversibile, che non consente alcuna possibilità di ripensamento.
E’ stata una decisione sofferta ma, per me, necessaria.
Dopo avere “scontato” i 45 giorni di ingiusta sospensione studiata a tavolino e decretata dalla burocrazia regionale ad un giorno dalla scadenza del mio naturale incarico triennale alla guida della protezione civile regionale ed aver riassaporato la serenità della mia famiglia, e i ritmi tranquilli e l’ambiente lavorativamente stimolante del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica dove presto servizio in qualità di ricercatore dal lontano 1989, ho immaginato il mio eventuale rientro in regione, alla guida della protezione civile, come un incubo. Ho immaginato un ritorno ad una fossa di leoni più inferociti che mai, ad un ambiente malsano e nauseabondo che potrebbe minare la mia salute mentale e fisica, oltre che la serenità della mia famiglia. Esattamente un anno fa ho subito un delicato intervento chirurgico per l’asportazione di una massa tumorale la cui insorgenza è stata cagionata anche dal forte stress accumulato nel corso di questi 3 anni trascorsi alla guida della protezione civile regionale e costellati da continue e interminabili tensioni, tra emergenze h/24 giornaliere e notturne 365 giorni all’anno, ma anche da continui attacchi e intimidazioni dal sistema che mi ha sempre avversato.
Ho sottratto interessi illegittimi per decine di milioni di euro all’anno. Ho presentato svariate denunce a varie procure, alcune delle quali hanno contribuito ad arrestare ex dipendenti della protezione civile regionale ed alcuni imprenditori e molte delle quali avranno effetti che vedremo nei prossimi mesi. Per aver fatto semplicemente il mio dovere sono stato minacciato di morte da uno dei circa 30 autisti ai quali ho sottratto circa 6000 euro di straordinari al mese, che attualmente è sotto processo penale presso il tribunale di Catanzaro essendo stato denunciato e individuato dalle forze dell’ordine. Ho subito attentati intimidatori, incendiari e tante altre minacce.
Se fossi rientrato, il nefasto sistema che mi ha sempre ostacolato sin dal primo giorno del mio insediamento per aver loro sottratto interessi ingentissimi – formato da un ben preciso gruppo di “stregoni del cerchio nero” provenienti da certa politica, da certa burocrazia malata e da un ben preciso sindacato (al quale tra l’altro era iscritto l’autista che mi ha minacciato di morte) a cui ha dato voce una testata on-line che ha dimostrato di essere assolutamente poco incline all’etica professionale – avrebbero presentato un conto salatissimo. Quando dopo quasi 30 anni sottrai l’osso ai cani affamati, questi lo difendono a denti stretti e in tutti i modi. E’ esattamente questo che ho fatto nei confronti del sistema regionale che ho preso in consegna e che ho letteralmente rivoltato come un calzino. Non voglio diventare oggetto di vendette trasversali da parte degli “stregoni del cerchio nero” che hanno usato tutti i mezzi per farmi fuori, ricorrendo persino alla calunnia e alle minacce fisiche e ad attentati incendiari. Avrebbero potuto fare anche carte false per farmi fuori.
Alla luce di queste mie meditate considerazioni maturate durante periodo della mia sospensione mi sono chiesto: ma chi me la fa fare?
Abbiamo raggiunto tanti importanti risultati che hanno portato la protezione civile della Regione Calabria da una posizione di cenerentola di Italia a diventare tra le più competitive e tecnologicamente avanzate della penisola. La nostra protezione civile è stata presa come esempio da altre regioni come ha più volte sottolineato il capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Angelo Borrelli. Persino l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha apprezzato il lavoro svolto. E di questo e di tanto altro ringrazio il Presidente Oliverio che ha creduto nelle mie possibilità e mi ha voluto alla guida della protezione civile regionale.
Anche se ho fatto meno del 40% di quello che avrei dovuto fare. C’era ancora tanto da fare. Allo stato attuale un forte terremoto o una alluvione importante in Calabria farebbe una vera strage di innocenti, una carneficina: in una tra le regioni al mondo più esposte alle calamità naturali, sono centinaia di migliaia le persone che rischiano la vita in caso di un forte grande evento calamitoso. Peccato perché ci sarebbero stati tutti i presupposti per non fare scongiuri nel parlare di queste cose, come si fa in altre parti del mondo più industrializzato. Io stavo lavorando incessantemente su questo dal primo giorno del mio insediamento anche e soprattutto sforzandomi con tutto me stesso per cambiare la cultura dei Calabresi. Ma gli “stregoni del cerchio nero” – quelli che impediscono il decollo della nostra splendida, ricchissima ma inespressa Terra – hanno impedito anche di portare a termine il mio progetto.
Ma di questo è di tanto altro, come i continui ostacoli imposti quotidianamente sul mio percorso dai soggetti che ho menzionato, parlerò senza riserve nel libro che sto scrivendo dal titolo “PROTEZIONE INCIVILE”, Rubbettino Editore, che dovrebbe uscire in estate o al massimo in autunno. Il libro racconterà le mie vicissitudini: il viaggio di un ricercatore CNR prestato alla protezione civile catapultato nel cuore della burocrazia malata della Regione Calabria.
Dulcis in fundo. Alle migliaia di persone che sui social e non solo che mi hanno chiesto di entrare in politica io rispondo categoricamente: assolutamente NO! Ognuno deve fare ciò che sa fare. C’è chi fa il medico, chi fa il poliziotto, chi l’astronauta, chi l’avvocato, chi il cantante lirico….e c’è chi sa fare il politico. Io a malapena so fare il geologo, e questo mi basta. Non saprei fare il politico, se non altro anche perché – al di là della mia totale ignoranza in materia – sarei poco diplomatico, e quindi polo “politico”, dal momento che le cose non le mando certo a dire…. Io continuerò a lavorare per la mia Terra al CNR dove sono tornato per continuare a studiare da una prospettiva molto più serena le mie care faglie, le mie frane e i miei terremoti.
Il resto lo lascio ai professionisti della politica, ricordando però ai Calabresi che noi abbiamo i politici che eleggiamo NOI e quindi i politici che meritiamo.
Una cosa però è certa: farò in tutti i modi una pessima pubblicità – cercando in tutti i modi il supporto di tutti i Calabresi perbene – al pessimo politico che ha voluto e pianificato, con la complicità degli “stregoni del cerchio nero”, la mia ingiusta esclusione dalla guida di un sistema di protezione civile che doveva garantire la sicurezza di 2 milioni di calabresi che rischiano ogni giorno la vita in una delle regioni al mondo più esposte dalle calamità naturali, una vera e propria polveriera.
Carlo Tansi