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Calabria da riscoprire: la bellezza unica della chiesa di Piedigrotta di Pizzo

4 min di lettura
statue chiesa di Piedigrotta di Pizzo Calabro

Chiesa di Piedigrotta, Pizzo Foto Antonio Pagliuso

Pizzo è tra le località storiche del turismo calabrese. Non soltanto per le acque cristalline, l’affascinante lungomare e i prodotti gastronomici, ma anche per i suoi siti culturali e religiosi. Quello della chiesa di Piedigrotta, di cui parliamo oggi a “Calabria da riscoprire”, è uno dei punti più caratteristici della cittadina affacciata sul Tirreno.

 

Pensi Pizzo e voli col pensiero al mare, ai tipici vicoletti del centro storico e al celebre tartufo; ma non solo: nella mente troverà certamente spazio anche il quattrocentesco Castello aragonese dove il 13 ottobre 1815 fu giustiziato il re di Napoli Gioacchino Murat, luogo dal quale, come nella prossima piazza della Repubblica, si può assistere ai fantastici tramonti del Golfo di Sant’Eufemia. Uno degli angoli più rari, però, è rappresentato dalla chiesa di Piedigrotta, autentica perla della Calabria e di tutto il Mezzogiorno d’Italia.

Un gioiello in arenaria

La chiesetta si trova a un paio di chilometri dal centro storico di Pizzo, sulla spiaggia, scavata dentro la roccia arenaria, quindi di origine marina, e non nel tufo come spesso, in maniera errata, è riportato.
Visitare l’interno della roccia è una esperienza unica: appena dentro il sito si notano due acquasantiere ai cui lati sono scolpiti angeli e leoni. Tutto attorno opere scultorie e affreschi. I più belli sono le nicchie con il cuore di Gesù Cristo e di Nostra Signora, l’affresco di Lourdes, la statua della Madonna con il bambino e il medaglione che raffigura l’Ascensione di Gesù.
Ma le opere che più colpiscono l’attenzione del visitatore sono le 232 statuette che abbelliscono ogni angolo della Piedigrotta, molte delle quali ancora in ottimo stato.

Da non dimenticare un medaglione che mostra un naufragio e il quadro della Madonna di Piedigrotta, elementi dai quali ha origine tutta la tradizione del luogo.

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La storia della chiesa di Piedigrotta

La storia del sito religioso, secondo i racconti dei marinai del borgo, ha origine attorno alla metà del Seicento. Una veliero con bandiera napoletana navigava le acque del Golfo di Sant’Eufemia quando fu sorpreso da una spaventosa tormenta. I marinai si barricarono nella cabina del capitano e si unirono nella preghiera dinanzi a un quadro della Madonna che il capitano aveva portato con sé. Giurarono che se la Vergine Maria avesse salvato loro la vita, avrebbero costruito una cappella in suo onore.
Miracolosamente un nutrito gruppo di marinai riuscì a salvarsi dall’affondamento del veliero e raggiunse la spiaggia di Pizzo. Con loro si salvò anche il quadro artefice del miracolo e la campana dell’imbarcazione.
Gli uomini si diedero perciò da fare per ringraziare la Madonna e costruirono una nicchia sulla roccia a due passi dal mare. Dopodiché vi collocarono il quadro raffigurante la Vergine.

Il luogo rimase poco più che una edicola votiva fino al 1880. È in quell’anno che un artista di Pizzo, Angelo Barone, prese la decisione di edificare una grotta nella roccia arenaria che dà sul mare.
Pian piano il Barone costruì una grotta più grande e due più piccole ai lati che cominciò a ornare con le prime statue, oltre a collocarvi la mitica effige marina che ancora oggi si trova all’interno della chiesetta.
La maestosa opera di Barone fu proseguita dal figlio Alfonso che si occupò di arricchire l’antro con la maggior parte delle statue e degli affreschi che possiamo ammirare tuttora.

Fino agli anni cinquanta del Novecento la chiesetta fu un cantiere in continuo aggiornamento, ma alla morte di Alfonso Barone il sito iniziò il suo lungo periodo di abbandono.
Finalmente, in aiuto alla Piedigrotta, arrivò un altro discendente di Angelo Barone, un nipote di nome Giorgio appena tornato dal Canada. È grazie al suo impegno che il tempio viene recuperato e riaperto al pubblico. Oggi la particolare chiesa è tra i simboli del comune di Pizzo.

La chiesa di Piedigrotta ora è gestita da una cooperativa locale che si occupa delle visite guidate, del mantenimento del luogo e di tramandare la leggendaria storia di questo incantevole sito.

Antonio Pagliuso

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