Calabria in crisi: la lotta quotidiana dei cittadini tra aumenti e silenzi politici
2 min di letturaLa situazione socio-economica della regione Calabria, diventa, ogni giorno sempre più pesante e insostenibile
Comunicato Stampa
Inaccettabile per la gente comune, quella di tutti i giorni, quella che vive e respira nel proprio mondo, in un ambiente che, purtroppo, sta pericolosamente cambiando.
Costi su costi, tasse su tasse e spese su spese giornalmente, gravano sul cittadino variando di attimo in attimo, senza un freno.
Nessun calabrese ha la bacchetta magica per coprire le proprie necessità e non ha neppure la lampada di Aladino, come nella favola, con il genietto, a comando, che spunta dalla nebbia per soddisfare ogni desiderio.
Il semplice anonimo personaggio, quello che cerca di resistere ad una struttura in totale sfascio, deve fare i salti mortali per riuscire ad arrivare decentemente a fine mese, rinunciando comunque a molte cose che, prima, facevano parte del proprio percorso di vita.
Ci chiediamo, come esponenti di Calabria Sociale, dove andremo a finire continuando ad essere spremuti, come limoni, per far quadrare i bilanci di Comune, Provincia e Regione, senza, in finale della storia, avere un servizio decente o un qualche attimo di respiro, per i passivi che si sostengono senza sosta.
Non è decente né serio, assistere all’aumento indiscriminato, dei prodotti e dei generi di prima necessità che compongono l’economia familiare.
Questa situazione ci sembra sia paragonabile al 1923 o al 1946 quando per un kg di pane ci voleva una carrettata di denaro.
Siamo nel terzo millennio, nel futuro della civiltà urbana, ma, al contrario, sembra una brutale regressione in tempi senza luce e senza fine.
Il colpo maggiore, negativamente parlando, è lo spropositato aumento, con bollette astronomiche, per quello che è il bene principale della nostra esistenza: l’acqua.
Cifre da capo giro, per bollette semestrali, precipitate addosso, a coloro che hanno regolarmente effettuato la lettura del contatore e comunicato al gestore il consumo idrico.
Ci sembra, ci si perdoni il sospetto, che gli enti vogliano salvare il bilancio gravando, solo ed esclusivamente, sulle spalle del contribuente.
Con questo stato di cose vediamo, in ogni attimo, diminuire le nostre finanze per un costante e improprio aumento del passivo, di contro, ci ritroviamo con buste paga, per tempi mutati e mutevoli, che riportano sempre lo stesso importo, divenuto inadeguato allo scorrere dello spazio.
La politica cosa fa?
Tace svanendo nel silenzio.
Associazione Calabria Sociale
Segreteria Regionale