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In Calabria nessun posto letto per la neuropsichiatria infantile

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In Calabria nessun posto letto per la neuropsichiatria infantile

A Lamezia Terme, l’incontro conclusivo del tavolo salute CEI che fa il punto sulle emergenze di salute mentale di bambini e adolescenti

Si è concluso a Lamezia Terme, in collaborazione con la Comunità Progetto Sud, il viaggio del tavolo autismo della pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana. Al centro di questo itinerario la salute mentale di bambini e adolescenti, con uno sguardo attento allo spettro autistico.

Numeri che disegnano e raccontano una vera e propria emergenza, quelli esposti nel salone dell’Oasi Bartolomea, dal prof. Stefano Vicari, neuropsichiatra infantile, tra i più illustri, che si sofferma su una relazione che non lascia spazio a nessuna perplessità. «Questi sono i giorni dedicati soprattutto all’autismo – dice Vicari – che è tra le disabilità più frequenti in assoluto: circa il 2% della popolazione presenta un disturbo dello spettro autistico, però oggi siamo qui a mettere sulla bilancia tutte le emergenze legate alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti,  perché questa è davvero un’emergenza che la pandemia ha esasperato».

«I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha continuato il prof. Vicari –  e dell’Unicef ci dicono che almeno il 10% dei bambini e il 20% degli adolescenti presentano un disturbo mentale, numeri che si sono amplificati durante la pandemia. Solo al Bambino Gesù, l’ospedale per il quale lavoro, abbiamo avuto un aumento del 40% di ricoveri in emergenza.

Questa è un’urgenza sanitaria e purtroppo molte regioni non sono attrezzate per affrontarle, in tutta Italia, c’è da dire, che sono solo poco più di 100 i posti letto dedicati alla neuropsichiatria infantile e ci sono regioni, tra cui la Calabria, dove non ci sono posti letto, questo significa che  ragazzi che tendono al suicidio o hanno disturbi del comportamento, devono emigrare per poter ottenere le cure adeguate, laddove le condizioni lo permettano».

Tre tappe nazionali partite da Genova, in passaggio da Assisi e poi Lamezia Terme, per il meridione d’Italia, che «Hanno lasciato traccia sull’ importanza di sensibilizzazione, conoscenza e consapevolezza – ha detto don Massimo Angelelli, direttore dell’ Ufficio della pastorale della salute della CEI – . Queste sono le tre parole che abbiamo utilizzato per portare sensibilità sui territori e fare emergere una serie di problematiche intorno ai temi della salute mentale e dei disturbi dello spettro autistico. Un modo per noi  nuovo – ha continuato Angelelli – di muoverci sui territori e apprendere e confrontarci su una serie di ostacoli da superare, ma anche conoscere quello che sui territori agisce in linea con i bisogni di quanti vivono la salute mentale e il disturbo dello spettro autistico».

Un lavoro che continua nel tavolo permanente voluto dalla CEI e «che – ha concluso Angelelli –  aiuta a fare rete e a trovare, insieme, direttive da sottoporre all’ attenzione delle politiche del sociale e della salute».

«E,- sottolinea don Giacomo Panizza, Presidente della Comunità Progetto Sud – d’altro canto, su questo aspetto della disabilità e dello spettro dell’autismo sicuramente in Calabria c’è tantissimo da fare. È come ricominciare da tre, perché c’è pochissimo, non proprio zero, però a questo tre c’è da aggiungere il tema del personale mancante, delle relazioni, spesso faticose, con le Istituzioni e delle azioni con i familiari, con i quali lavoriamo sempre nella prospettiva dei diritti e dei bisogni».

Su servizi e programmazione ha posto l’accento Angela Regio, responsabile dell’ area disabilità della Comunità Progetto Sud e per conto di questa rappresentante al tavolo CEI – In Calabria siamo in forte ritardo sulla programmazione dei servizi,  – ha detto durante la conduzione dell’ incontro – che devono essere diversificati. Il nostro lavoro a livello nazionale, con il tavolo CEI, ma anche sui territori vuole essere una spinta per la politica che non può più girarsi dall’altra parte, perché i numeri ci dicono che siamo davvero davanti ad una forte  emergenza che coinvolge le fasce d’età più giovani della nostra società e che ha un’enorme impatto sulla spesa sanitaria delle famiglie e di conseguenza anche su quella regionale».

Tre giornate di confronto scientifico, medico, sociale e anche politico che a Lamezia Terme, hanno visto la partecipazione del Sindaco della città, Paolo Mascaro, del Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Mons. Serafino Parisi, di Pasqualina Pace, in rappresentanza della Fondazione Marino di Melito Porto Salvo.

In Calabria nessun posto letto per la neuropsichiatria infantile

La Pace si è focalizzata sulle prospettive in Calabria di chi ha un disturbo dello spettro autistico, anche lei, partendo dal macro dato nazionale che ci dice che «500mila famiglie in Italia hanno al loro interno un bambino o un adulto con autismo. La Calabria  – ha detto Pasqualina Pace – ha recepito l’aggiornamento le linee di indirizzo approvate nella conferenza stato-regioni del 2018 in tempi brevissimi, dando seguito con la rete territoriale regionale per la quale sono previsti servizi; la stessa legge è stata riordinata nel 2020 ma con un fabbisogno programmato fuori dai dati, che mancano in Calabria, e quindi trasferendo su scala regionale i dati di Piemonte e Emilia Romagna, ma soprattutto non definendo dove va a finire la presa in carico dell’ adulto che ha disturbi dello spettro autistico. Quello che chiediamo, insieme alla Comunità Progetto Sud  – ha concluso la Pace – è che anche in Calabria si costituisca un tavolo tecnico per l’autismo, così come già accade in altre regioni, questo potrebbe aiutarci ad avere il dato che ad oggi non c’è e anche a programmare sui bisogni reali».

Al tavolo dei relatori anche la Presidente della FISH Calabria, Nunzia Coppedé, che ha tracciato il suo personale percorso inclusivo all’ interno della Comunità Progetto Sud, ma anche l’impegno quotidiano e condiviso per l’affermazione di politiche e diritti dovuti a tutte le persone con disabilità.

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