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La Calabria rappresenta una meta per i colossi dell’energia eolica?

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Primavera della Calabria ai Sindaci calabresi: creare subito tavoli permanenti intercomunali sulla transizione ecologica

Comunicato Stampa

La transizione ecologica rappresenta una delle più grandi sfide che il nostro Paese abbia mai sostenuto. La missione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicata alla rivoluzione verde assorbe oltre il 30% del finanziamento totale del Recovery Fund, per un totale di quasi 60 miliardi di euro.
I pesanti rincari in bolletta causati dall’aumento del gas naturale si affrontano mettendo in atto azioni strutturali favorendo sempre più l’utilizzo delle rinnovabili, con lo scopo di rendere l’Eurozona sempre più indipendente da un punto di vista energetico.
In questo la Calabria può giocare un ruolo fondamentale: mai come adesso è fondamentale rendersi protagonisti e non semplici spettatori.
In periodo pre-Covid, nel 2019, la Calabria ha prodotto circa 19 TWh di energia elettrica (Fonte Terna). Di questi, circa 5.4 TWh sono stati prodotti da fonti rinnovabili (12% fotovoltaico, 24% idrica, 24% biomasse, e 40% da eolico), mentre ben 13.6 TWh da fonti fossili.
Se si considera, però, che nel 2019 la Calabria ha registrato un consumo di circa 5 TWh, si può affermare che le fonti rinnovabili hanno ampiamente bilanciato i consumi elettrici dei calabresi, nel 2019. Questo non deve disincentivare l’installazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili, in quanto l’obiettivo, in linea con i target fissati dalla COP26, deve essere quello di azzerare le emissioni entro il 2050.
Nello stesso tempo, però, deve far crescere la consapevolezza dei calabresi che la transizione energetica deve iniziare ad avere anche un impatto sociale ed occupazionale.
Lo scorso 20 gennaio è stato reso noto sulla Gazzetta Ufficiale, che la società Minervia Vento S.r.l. ha chiesto la concessione demaniale marittima per 40 anni, del tratto di mare tra Capo Rizzuto e Catanzaro lido, a distanza minima di 12 km dalla costa, per un totale di oltre 200 ettari di mare, con lo scopo di installare 45 aerogeneratori con 9 cavidotti immersi per il recapito a terra per un totale di 675 MW, che dovrebbero produrre annualmente circa 2.4 TWh di energia elettrica pulita. Entro il 20 febbraio p.v. “tutti coloro ritenessero di avervi interesse” potranno “presentare per iscritto alla Capitaneria di Porto di Crotone […] quelle osservazione/opposizioni che ritenessero opportune a tutela di loro eventuali diritti […]”.
Sembra proprio che la Calabria rappresenti una meta per i colossi dell’energia eolica. Nei prossimi anni saranno sempre più i progetti relativi all’installazione di aerogeneratori sul territorio, e nei mari, calabresi.
Come laboratorio politico, il nostro appello va a tutti i Sindaci affinché la Calabria e i calabresi diventino protagonisti di questa transizione. È ben noto l’impatto sul paesaggio causato dagli impianti eolici e siamo altrettanto ben consapevoli che la sfida della transizione ecologica vada giocata, ma con il coinvolgimento attivo degli enti locali, delle associazioni, dei cittadini.
I calabresi, con l’installazione dei nuovi parchi eolici, andranno a produrre molto di più di quanto consumano, e hanno tutto il diritto di pretendere una ricaduta occupazionale e un impatto sociale ed economico tangibile, considerati i sacrifici ambientali e paesaggistici richiesti.
Siamo consapevoli che la sfida della transizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili è fondamentale per cercare di frenare il rialzo globale delle temperature.
Appare però altrettanto importante che il risparmio di CO2 non si trasformi in consumo di altre risorse vitali e che si ponga la giusta attenzione anche alla tutela della biodiversità, il cui depauperamento è un pericolo non meno drammatico dei cambiamenti climatici,salvaguardando le aree a maggior pregio naturalistico e paesaggistico che rappresentano, tra l’altro, un importante elemento di richiamo turistico.
Il che non significa porsi ideologicamente in contrasto, ma pretendere il rispetto rigoroso delle norme ambientali e il coinvolgimento della popolazione nella programmazione di tali opere. Chiediamo, quindi, a tutti i Sindaci di creare un tavolo permanente intercomunale sul tema, insieme a imprenditori, associazioni, cittadini.
Mai come adesso è di fondamentale importanza fare rete, mettendo da parte campanilismi che si sono rivelati fallimentari. La sfida della transizione ecologica e del PNRR si affronta mettendo a sistema le forze e le risorse per evitare che queste opportunità di sviluppo regionale vengano buttate al vento
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