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Calcio. Gattuso, Iaquinta e gli altri calabresi che hanno fatto la storia del calcio

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football stadium

Uno dei serbatoi che ha dato più lustro a tutto il movimento calcistico in Italia è, senza dubbio, quello calabrese

Qui sono nati e si sono formati sportivamente alcuni degli atleti che hanno segnato parte della storia moderna dello sport più amato dagli italiani. Basti pensare che nella rosa della Nazionale che il tecnico Marcello Lippi portò in Germania e che conquistò l’edizione della Coppa del Mondo del 2006 (ultimo successo in ordine di tempo per l’Italia nella fase finale di un Mondiale), ben tre giocatori erano originari della Calabria. Stiamo parlando di Gennaro Gattuso, Simone Perrotta e Vincenzo Iaquinta.

Oltre i tre campioni del mondo già citati, sono stati tanti i giocatori calabresi che con sacrificio e tanto sudore, negli anni si sono ritagliati un posticino nel gotha del calcio nazionale, da Benito Carbone (idolo dello stadio San Siro con l’Inter) a Stefano Fiore (vincitore di due Coppe Italia e due Coppe UEFA), per finire a Domenico Berardi, oggi punto di riferimento del Sassuolo in Serie A.

Torniamo a parlare dei tre calabresi che hanno alzato al cielo la Coppa del Mondo in quella indimenticabile notte d’inizio estate a Berlino. Gattuso è stato e rimane ancora il più rappresentativo della truppa. Nato a Corigliano, Gattuso è stato il prototipo del mediano tutto muscoli e cuore. Prima di esplodere e diventare uno dei migliori centrocampisti al mondo, Ringhio si è fatto le ossa in Scozia ai Rangers (dove diventa Braveheart Gattuso) e con la Salernitana. All’ombra dell’Arechi viene notato dagli scout del Milan che decidono di investire su di lui. In rossonero diventa sin dalla prima stagione un punto cardine dell’undici titolare: con il Milan in tredici stagioni Gattuso giocherà quasi 470 partite, vincendo tra le varie due Scudetti e due Champions League. In Nazionale, Gattuso oltre al Mondiale del 2006, ha vinto anche l’Europeo Under-21 del 2000 con la selezione di categoria allenata all’epoca da Marco Tardelli.

 

Oggi Rino Gattuso è un allenatore affermato a livello internazionale. Ringhio, dopo aver speso un anno sabbatico successivamente alla vicenda della firma e della repentina rescissione del contratto con la Fiorentina, quest’anno si è rimesso in gioco e ha scelto il progetto ambizioso del Valencia in Spagna per ricominciare. Nella Liga a dominare è sempre il duopolio Real-Barcellona ma, secondo le analisi delle quote sportive sul calcio, la formazione di Gattuso potrebbe rappresentare una delle sorprese della stagione. In Spagna le sue conferenze stampa (in rigoroso spagnolo dall’inflessione calabrese) pre e post partita sono già diventate epiche. L’esordio ufficiale nella Liga sulla panchina dei Blanquinegres è stato positivo e questo lascia ben sperare per il prosieguo dell’avventura spagnola del Ringhio calabrese.

Simone Perrotta è nato a Manchester ma è cresciuto a Cerisano (in provincia di Cosenza), paese d’origine della sua famiglia. Centrocampista come Gattuso (ma più abile nel palleggio), Perrotta si è formato calcisticamente con la Reggina in Serie B mentre Bari è stata la piazza che gli ha fatto fare il salto di qualità. Dopo un triennio nel Chievo dei miracoli, Perrotta sbarca a Roma, diventando uno dei protagonisti assoluti dei giallorossi dal 2004 al 2013. Con la maglia della Roma vincerà due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa italiana.

Chiudiamo parlando di Iaquinta. L’attaccante di Cutro deve la sua fortuna all’Udinese dove in sette stagioni segna settanta gol. Dal Friuli dopo la vittoria del Mondiale tedesco (dove colleziona un gol in cinque partite, finalissima compresa) sbarca a Torino, sponda Juventus, dove complice qualche infortunio di troppo, non riuscirà mai a esplodere definitivamente.

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