Il calendario dialettale lametino dedicato a Franco Costabile
3 min di letturaDodici mensilità, illustrate dall’artista Melina Palaia Cataldi, che impreziosiscono l’edizione 2025, dedicata al cantastorie nostrano, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita: per i tipi della Grafichèditore, e al timone di Nella Fragale, che ribadisce la nazionalizzazione e l’internazionalizzazione del lavoro costabiliano insieme al parterre di lavoro gravitante intorno alla sua casa editrice.
Dalla traduzione bilingue al concorso nazionale, con i numeri speciali di Lamezia storica: segni evidenti di un interesse che è andato oltre la Regione calabrese per rientrare successivamente in loco tra echi e suggestioni giovanili intorno ad uno scrittore comune e non solo locale.
’U calandariu lametinu – presentato nel salone parrocchiale di san Raffaele – ha visto l’encomiabile moderazione della giornalista Saveria Maria Gigliotti e gli interventi di don Giuseppe Montano e Don Francesco Farina, che hanno evidenziato unanimemente il valore sanante della cultura, come medicina dell’animo umano.
Si ricorda – durante la stessa serata – che l’obiettivo del calendario ha una lodevole ricaduta sociale: la beneficenza sarà destinata all’Ail, Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma.
«Siamo alla quinta edizione del calendario vernacolare e quest’anno non potevamo non dedicare l’annuario che verrà con un aedo che dà lustro alla comunità lametina: Franco Costabile. Partendo dalla constatazione pasoliniana di un’emancipazione dialettale del nostro poeta della Miraglia, ne ribadiamo, per converso, non solo il dialettismo implicito ma anche alcune sue espressioni idiomatiche, limitate, sì, ma significative; tutto ciò ad immagine e somiglianza di quei luoghi dello Spirito, che fanno “restanza” in ogni nostra commutatio loci, compresa la sua, abitante sambiasino di Roma aeterna. Abbiamo deciso – seguendo questa linea – di parafrasare i testi costabiliani proprio in dialetto, accompagnando i dipinti dell’artista Melina Palaia Cataldi, di mese in mese, con il repertorio lessicale dei nostri nonni: ripensare le liriche, nella modalità intralinguistica, è solo una sperimentazione per accedere ai grandi, valorizzando le radici comunitarie. La scelta, nell’alveo traduttologico di non pochi componimenti di autori diversi, si prefigge “un sogno nel sogno”: un accesso al nostro Classico del Novecento calabrese insieme ad una maggiore consapevolezza del bagaglio lessicale del nostro pianoro. Per tutto questo repertorio informativo e formativo la parola d’ordine è reperibilità, che è l’antonimo di deperibilità: la direzione intrapresa ci sembra quella giusta, #calabriapertutti, come a dire “tutti per uno ed uno per tutti”, flettendo le forze personali, singolari, cioè, alla fruizione plurale di tutti. Buon anno, allora! Che sia “Franco” per tutti coloro che ci leggeranno!» (Francesco Polopoli).