Caligiuri: Attività di intelligence e tutela beni culturali per la sicurezza nazionale
3 min di letturaConvegno di Mario Caligiuri, intervenuto a Paestum
Comunicato stampa:
PAESTUM – “L’attività di intelligence e la tutela dei beni culturali trovano il loro punto di incontro nella difesa della sicurezza nazionale”.
È quanto ha dichiarato il Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria Mario Caligiuri, intervenendo a Paestum al convegno “La tutela del patrimonio culturale, la difesa dell’arte e il ruolo dell’intelligence”, che ha rappresentato l’evento conclusivo della XX edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico organizzata da Ugo Picarelli.
Caligiuri è intervenuto insieme a Tsao Cevoli direttore del Master in Archeologia Giudiziaria del Centro Studi Criminologici di Viterbo, Stefano De Caro direttore generale dell’Iccrom, Paolo Matthiae Archeologo e Direttore della Missione archeologica in Siria dell’Università “La Sapienza” di Roma, Rossella Muroni presidente di Legambiente e Fabrizio Parrulli comandante del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri.
Caligiuri ha iniziato il suo intervento partendo dalle definizioni di beni e attività culturali e di intelligence, evidenziando i vari ambiti dove questi si incrociano.
“Quello più ovvio – ha spiegato – è rappresentato dalle azioni delle organizzazioni terroristiche e criminali, che utilizzano i proventi del traffico illecito dei beni culturali come fonte di finanziamento delle proprie attività; forme di riciclaggio ed evasione fiscale; iniziative di investimento, che riguardano anche lo sfruttamento del paesaggio attraverso i parchi eolici”.
Ha poi ricordato che l’uso politico dell’arte e della cultura è stato evidente anche durante la guerra fredda quando CIA e KGB sostenevano secondo le loro ideologie diverse iniziative, dal cinema all’arte contemporanea. La tutela dei beni culturali, ha poi evidenziato Caligiuri, è un’emergenza internazionale tanto che sono stati costituiti i “caschi blu della cultura” su proposta dell’Italia sotto l’egida dell’ONU e con l’Arma dei Carabinieri in primo piano.
Ha quindi illustrato che le guerre del XXI secolo saranno economiche e culturali, prevalentemente combattute attraverso il web e a base di informazioni. La cultura ha sottolineato Caligiuri rappresenta l’identità di un popolo, per cui vanno considerati nella giusta prospettiva il fenomeno dell’immigrazione e la strategia cinese della nuova via della seta.
Ha poi precisato che la raccolta, l’utilizzo e lo scambio delle informazioni attraverso i beni culturali si possono sviluppare attraverso diverse direzioni: dal recupero delle opere d’arte alle attività di formazione e assistenza. Tutto ciò potrebbe consentire un punto di partenza per acquisire fonti informative in zone di conflitto coltivandole poi in tutte le direzioni.
Caligiuri ha infine evidenziato il bisogno quindi di formazione mirata sull’Intelligence verso il settore, evidenziando che la disciplina dovrebbe essere riconosciuta e insegnata nelle scuole. Ha però anche evidenziato, nel contempo, che l’insegnamento dell’educazione artistica nelle scuole è stata ridotta al lumicino ma ancora più importante è l’educazione di base che consente di apprezzare la cultura e le opere d’arte.
In definitiva la formazione sull’Intelligence consente di distinguere la realtà dalla perfezione della realtà condizionata dai media che hanno dato vita – ha concluso – a una vera e propria società della disinformazione.