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Da Canile a famiglia, SOLO Andata

4 min di lettura

Siamo di fronte a una sfida culturale. Possiamo provare a cambiare le cose. Queste sono le idee che ci passano per la mente ogni volta che ci fermiamo a riflettere su come sta evolvendo la condizione umana, travolta da cambiamenti profondi che modificano il modo di vivere, comunicare e intendere le relazioni;

Da Canile a famiglia SOLO AndataComunicato Stampa

relazioni che diventano sempre più frenetiche e virtuali e sempre meno sentite, autentiche, reali e profonde.
In un panorama che si muove a tentoni sulla superficie delle cose noi proviamo a sondare quanto siamo andati in là e soprattutto ci impegnamo per cercare di capire se si può tornare un po’ in qua, verso chi siamo veramente, verso ciò che ci fa sentire davvero vivi.
Che cosa c’entra un progetto sui cani in canile con tutto questo? C’entra eccome. Il cane è forse l’unico essere autentico che ogni giorno cerca disperatamente di tenerci vicino a ciò che siamo e lo fa pagando un prezzo altissimo.
Inoltre un progetto di questo genere aiuta a comprendere che esiste un modo diverso, più virtuoso e soprattutto meno costoso per la collettività e le Amministrazioni Pubbliche di approcciare, affrontare e tentare di risolvere il dilemma del mantenimento dei cani senza proprietario.
Non ambiamo a fornire una ricetta completa ed esaustiva; per questo rimandiamo agli esperti che già hanno studiato il fenomeno e prodotto strategie interessanti e realistiche (cfr. Luca Spennacchio, “Canile 3.0”).
Il nostro obiettivo è molto più modesto ma carico di significato e importanza: riaccendere l’interesse della collettività per una relazione, quella tra uomo e cane, che in questi ultimi tempi è stata decisamente travisata, storpiata, mistificata e infangata conferendo al migliore alleato dell’uomo un ruolo che non gli appartiene, quello di “problema”, “peso”, “costo”.
Con questo progetto che nel suo piccolo rappresenta un punto di partenza ambizioso per cambiare il pensiero comune, vogliamo restituire alla Società, luogo naturale di dimora del cane, tre soggetti ospiti del Canile Rifugio Fata di Lamezia Terme.
Ciò che rende questo progetto qualcosa di davvero speciale è l’idea di fondo che il cane sia un valore per la collettività e che sia dovere della collettività stessa (come del resto la legge dice a chiare lettere) aiutare i cani ospiti dei canili a reinserirsi nel tessuto sociale, urbano, rurale, turistico, del territorio in cui vivono.
Ed ecco entrare in gioco la competenza, la professionalità e la buona volontà di persone che si sono messe a studiare e a praticare divenendo veri esperti della relazione con il cane in grado di aiutare umani e quattrozampe a trovare una nuova dimensione di coesistenza in cui, come è sempre stato, ci si stimi a vicenda.
Gli educatori del Canile Rifugio Fata hanno perciò selezionato tre soggetti che, attraverso una valutazione iniziale, e un percorso di training personalizzato, dovranno acquisire le competenze necessarie per essere adottati sul territorio nel giro di 4 mesi a partire dal 1° gennaio 2018.
I tre cani seguiranno ciascuno un percorso costruito su misura che li renderà perfettamente compatibili con il substrato sociale dimostrando da un lato la loro adattabilità e dall’altro la professionalità delle persone che li prepareranno.
Le adozioni seguiranno un iter preadottivo ideale che, oltre a favorire l’inserimento graduale in famiglia, responsabilizzerà gli adottanti rendendoli pienamente consapevoli del gesto che compiranno.
Cani educati provenienti da strutture canile, famiglie informate, professionisti appassionati e preparati: ci sono tutti gli ingredienti per agire su di un territorio per certi versi ancora restìo a riconsiderare il ruolo del cane e per informare le Amministrazioni Pubbliche che le astronomiche voci di costo legate al mantenimento dei canili possono essere ridotte a favore della collettività e del reinserimento e controllo della popolazione canina nel tessuto sociale anche attraverso azioni che valorizzino i cani e che creino cultura sviluppando nuove professionalità e aprendo la strada alla creazione di nuovi posti di lavoro. Noi un pezzo del puzzle ce l’abbiamo, interessa?
E adesso scusateci, dobbiamo andare a lavorare: abbiamo solo 4 mesi per comprare a queste tre meraviglie un biglietto di sola andata per una vita migliore, in famiglia!

Rifugio Fata

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