Carcere di Catanzaro: nuova struttura ma organico inadeguato
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Sindacati: “Situazione gravissima”
Comunicato stampa:
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Inaugurazione Centro Diagnostico Terapeutico e inadeguatezza dell’organico
È diventata oramai una invalsa abitudine quella dell’Amministrazione Penitenziaria di inaugurare nuovi padiglioni, nuovi reparti, centri diagnostici terapeutici senza prevedere, a differenza di amministrazioni più serie come quella dell’ASP di Catanzaro, adeguate risorse per il suo funzionamento.
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Era già accaduto con l’apertura del Nuovo padiglione della Reclusione presso la Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro dove nel 2014 era stato inaugurato senza aver di fatto spiegato con quali risorse sarebbe stato attivato.
Sta succedendo nuovamente: giorno 14 settembre 2017 verrà inaugurato alla presenza – pare – del Capo del Dipartimento, Presidente Santi Consolo, il Servizio Multiprofessionale Integrato di Assistenza Sanitaria Intensiva. Una sorta di centro Diagnostico terapeutico disposto su più livelli – quattro piani che ospiterà almeno 50 detenuti con problematiche fisiche, psichiche e psichiatriche – che necessita di risorse straordinarie, almeno 30 appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, per un adeguato supporto al personale medico e infermieristico.
Se ciò non accadesse e ad oggi non si hanno notizie di integrazioni c’è il rischio che un progetto importante di grande valenza sociale non solo non decolli ma venga trascinato alla deriva dalle confuse e paludose acque dell’amministrazione penitenziaria, che in Calabria diventano eccezionalmente torbide e intrise di molti interrogativi anche di legittimità.
Così commentano la notizia, dell’inaugurazione del Centro Diagnostico Terapeutico presso la Casa Circondariale Ugo Caridi di Catanzaro, le organizzazioni sindacali UILPA Polizia Penitenziaria e Sinappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) che continuano:
“Bisogna prendere atto dell’incapacità di dar corpo ai progetti da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Nonostante siano trascorsi più di 3 anni dalla data della sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti ed il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri nessuna ulteriore programmazione è stata effettuata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Tale struttura rappresenta una assoluta peculiarità nel panorama italiano con servizi specialistici, palestre mediche e piscina sanitaria per idrochinesiterapia riabilitativa. Sarebbe veramente incomprensibile la mancanza di risposte in termini di adeguamento degli organici dopo gli investimenti per realizzare la struttura. “
Peraltro le richieste del Provveditore in missione dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale – Dottoressa Cinzia Calandrino – relative ad una implementazione delle risorse, in vista dell’apertura di tale Servizio Multiprofessionale Integrato, paiono mero esercizio di stile considerate sia analoghe richieste prive di effetto formulate in altre circostanze e sia i lavori in corso d’opera da parte di una commissione del Provveditorato che deve rivedere ulteriormente al ribasso gli organici in Calabria.
E difatti, tale richiesta, non ha sortito alcun effetto sull’Amministrazione Centrale e neppure sul Capo del Dap – Presidente Santi Consolo – che parteciperà giorno 14 all’inaugurazione.
Bisogna registrare oramai da anni la mancanza di un Provveditore in pianta stabile che faccia recuperare un peso specifico a questa sfortunata regione.
Il personale della Polizia penitenziaria è oramai allo stremo ed i rischi connessi al fallimento di questo progetto sono tutt’altro che ipotetici. Così come a rischio sono i processi e la sicurezza dell’Istituto.
La pianta organica di questo Istituto è fissata da un Decreto Ministeriale del 2013 che non ha tenuto nemmeno conto dell’apertura del nuovo padiglione avvenuto nel 2014, con 8 sezioni detentive e con più di 200 detenuti. Al danno si aggiungerebbe dunque la beffa che gli Organici verrebbero ulteriormente ridotti senza averli integrati in funzione dell’apertura del Nuovo Padiglione e del Centro Diagnostico Terapeutico.
Ciò che lascia perplessi – aggiungono i sindacati – e che “Non esiste in Italia un altro Istituto che con un organico di soli 250 agenti abbia una capienza di oltre 700 detenuti, con 25 sezioni detentive di cui 8 sezioni di alta sicurezza in cui sono ristretti detenuti appartenenti ai clan più pericolosi in Italia. Istituti simili hanno una pianta organica di non meno di 400 agenti. “
L’auspicio è che la cittadinanza, il Dirigente dell’ASP di Catanzaro, il Sindaco, il Prefetto, possano prendere cognizione di quanto sta accadendo ed intervengano ognuno nell’ambito delle proprie competenze per scongiurare un ulteriore fallimento di un progetto che invece meriterebbe tutt’altre attenzioni.
Le scriventi organizzazioni sindacali in mancanza di risposte concrete – sensibile aumento degli organici – continueranno lo stato di agitazione ad oltranza nonché manifestazioni di protesta davanti a sedi Istituzionali”.
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SiNAPPe
Roberto Magro
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UILPA
Salvatore Paradiso
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