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Carlo Lucarelli con il suo nuovo “Intrigo italiano”

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Perugia – Una gremita Sala dei Notari, nel corso della penultima giornata della XI edizione del Festival Internazionale del Giornalismo ha ospitato l’incontro con lo scrittore e conduttore televisivo Carlo Lucarelli.

Il maestro del noir italiano, divenuto celebre al grande pubblico con le trasmissioni cult Misteri in blu e Blu notte-Misteri italiani, è giunto a Perugia in occasione della presentazione del suo ultimo romanzo “Intrigo italiano” edito da Einaudi. La nuova opera segna il ritorno del commissario De Luca a diciassette anni dall’esordio del poliziotto nel romanzo “Carta bianca”. Intervistato da Matteo Grandi, direttore di Piacere magazine, Lucarelli ha spiegato il ritorno del commissario “poiché solo lui è in grado di poter raccontare questa nuova storia”. Dal commissario De Luca all’ispettore Coliandro, passando per il filone con protagonista Grazia Negro, dice Carlo Lucarelli “cerco sempre di riportare personaggi che, almeno apparentemente, siano lontani da me”. Ad esempio la Negro non ha interesse nel capire i delinquenti che arresta, mentre Lucarelli vuole conoscere, penetrare l’anima dei personaggi che racconta.

Lo scrittore emiliano ha discusso con Grandi del rapporto tra l’immaginazione presente nel romanzo e la realtà dei posti nei quali ambienta le storia, come Bologna, con i suoi portici che nascondono tutto, città in cui “avevamo la possibilità di ambientare molte storie incredibili. Bologna è una gran città per ambientarci cose strane”, con riferimento alla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e alla lunga serie dei delitti della Uno bianca a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. Misteri risolti e irrisolti.

Lucarelli traccia l’Italia come un paese prevalentemente senza giustizia – vedi la strage di Bologna – e analizza la differenza tra verità e giustizia: una giustizia difficilissima da ottenere e una verità che c’è, anche se tenuta nascosta; la verità intesa come un mistero e i misteri prima o poi si possono scoprire.

Stuzzicato da Matteo Grandi, il conduttore di Profondo nero parla di quali doti deve avere un buon giallista. “I narratori si riconoscono da bambini perché sono quelli che ritornando a casa raccontano ai genitori cosa ha fatto la maestra. I narratori gialli – prosegue Lucarelli – sono invece quelli che esordiscono con ‘Non immaginerete mai cosa ha fatto oggi la maestra’ e dopo che i genitori rispondono ‘Cosa?’, loro si versano tranquillamente un bicchier d’acqua”. Un incontro molto confidenziale e diretto quello tra il pubblico e Carlo Lucarelli, la cui fortuna è data dalla minuziosa ricerca di dettagli e dalla sua capacità di suscitare emozioni al telespettatore, al lettore, ma anche allo stesso narratore. Prendere un delitto come pretesto e raccontarlo come un giallo con tutti i dettagli utilizzando il tono del “non immaginerete mai cosa ha fatto oggi la maestra”.

Antonio Pagliuso

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