La Casa del Libro Antico: a Nicastro i libri che consultò Tommaso Campanella
2 min di letturaUn paese senza memoria risulta spaesato, ragion per cui va sempre più incoraggiato sulla sua identità storica per averne una degna identificazione
La Casa del Libro Antico è una biblioteca di conservazione e di ricerca, finalizzata alla tutela e alla valorizzazione dei beni librari, archivistici e documenti legati alla memoria culturale del territorio.
In questa sezione bibliotecaria c’è il sogno di Tommaso Campanella, appuntato a mano tra le pagine di testi paolini; l’apostolo ed il filosofo dell’amore che tutto può, incredibilmente insieme, e tutto questo dalle nostre parti: è meraviglioso pensarlo!
Probabilmente, il nostro territorio merita di farsi nutrire da questo slancio, giorno per giorno: non credete?
Ci sono Le metamorfosi di Ovidio, la cui edizione veneta del 1536 venne deturpata dall’inchiostro censorio su intere pagine: già, un libro proibito, sopravvissuto alla censura d’allora.
C’è persino un dizionario greco-latino, stampato a Basilea nel 1524 e conservato fisicamente proprio qui: presenta diverse inchiostrature per annerire la parola “Basilea” in tutte le occorrenze nel testo (Basilea e Francoforte non godevano di stima cattolica per il semplice fatto di editare testi il cui messaggio era difforme dal magistero cristiano, pensate un po’!).
Ora, mi fa pensare che questo Vocabolario sia disponibile alla consultazione solo in tre Biblioteche del Mezzogiorno: Lamezia Terme, Reggio Calabria e Napoli, tutte e tre legate, per vicissitudini diverse, alla personalità dello Stilese.
Non è da escludere che il nostro pensatore calabrese, proprio nel soggiorno nicastrese, abbia consultato sia le Metamorfosi ovidiane, che liricizza nei suoi testi poetici, menzionandole, così come il dizionario sopracitato: d’altronde, la curiosità, unita alla caccia del libro proibito, è ammessa a chiare lettere dall’autore de “La Città del Sole”.
In futuro, vedrei proprio questi due volumi affiancati ai suoi testi autografati: sicuramente gli occhi di Campanella da essi si son fatti catturare.
Pezzi bibliotecari di rilievo nella nostra Lamezia: un tesoro senza p(r)ezzo, direi!
Ora, non c’è Casa che non un’abbia un’intestazione: snc, ci può stare, non è ignota alle nostre conoscenze.
Personalmente, proporrei proprio il nome di questo grande nostro corregionale: di sicuro, lo meriterebbe!
Prof. Francesco Polopoli