CasaPound Lamezia denuncia avvelenamento animali a San Pietro a Maida
2 min di letturaI militanti segnalano la presenza di esche avvelenate a San Pietro a Maida
Comunicato Stampa
“Qualche giorno fa presso Via Indipendenza, – spiegano in una nota – un cittadino durante una quotidiana passeggiata con il proprio cane ha notato l’animale mangiare una polpetta sospetta. Si è scoperto che il pasto fosse ripieno di solfato di rame, una sostanza tossica se ingerita. Per fortuna si è riusciti a mettere in salvo il cane che aveva ingerito una quantità considerevole di veleno ma si è trattato di un caso fortuito pertanto raccomandiamo a tutti di prestare la massima attenzione”.
“Ricorrere a questi metodi è sinonimo d’inciviltà da parte di coloro che, con gli occhi della noncuranza e della malizia, vedono i nostri amici a quattro zampe come meri elementi di disturbo. È molto probabile che si sia trattato di un gesto volto a ‘risolvere’ l’annoso problema del randagismo. Infatti, seppur le soluzioni individuate da questi malfattori siano meschine, non si può nascondere che la problematica in questione non venga discussa e affrontata da chi di competenza. Il mancato riguardo per il randagismo alimenta l’intolleranza verso cani e gatti, innocenti, che rischiano la loro vita, all’interno di un ciclo che li vede come uniche vittime”.
“Inoltre, – prosegue la nota – come capitato nella scorsa giornata, talvolta non sono solo i randagi ad essere ingannati da tali stratagemmi, bensì anche coloro i quali, per fortuna, hanno un padrone. A questi ultimi, si raccomanda di stare all’erta per evitare spiacevoli complicazioni per il loro animale domestico, non solo nel luogo in cui è stato segnalato l’avvistamento del boccone avvelenato, ma anche nelle altre zone del paese, in attesa di soluzioni concrete da parte della comunità di San Pietro a Maida”.
“Il nostro auspicio – conclude – è che venga identificato il responsabile e che il comune provveda a risolvere il problema, dato che non è la prima volta che vengono uccisi degli animali mediante l’avvelenamento”.