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Lamezia, Casarossa40: “La nostra salute non è in vendita”

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La nostra salute non è in vendita - Casarossa40

La nota stampa del Collettivo Autogestito Casarossa40 in occasione del 7 aprile, Giornata europea d’azione contro la commercializzazione della salute.

“In occasione del 7 aprile, Giornata europea di azione contro la commercializzazione della salute, – scrive il Collettivo Casarossa40 – abbiamo programmato un volantinaggio e l’attacchinaggio di un primo manifesto per le strade e le piazze di Lamezia (C.so Numistrano, C.so Nicotera, P.zza Mazzini, P.zza Mercato, Scuole, Ospedale Civile). Inoltre, in occasione della nostra assemblea di giorno 7 aprile, allestiremo un banchino informativo su salute e percorsi di lotta.

La sanità calabrese – continua il comunicato – è tra le più care ed inefficienti d’Europa perché depredata da interessi privati. Migliaia di morti evitabili si sono verificate in questa situazione e molte altre arriveranno finché questa logica continuerà a dominare.
In barba all’art.32 della Costituzione, i cittadini calabresi hanno minore aspettativa di vita rispetto al resto d’Italia ed Europa perché sono penalizzati da situazioni ambientali e sociali di grave rischio, una povertà diffusa ed una sanità data in pasto al malaffare e alla clientela corporativa.
La salute e la sanità sono sottoposte a ripetuti attacchi e tagli di spesa pubblica che producono e favoriscono diseguaglianze nella tutela e nell’accesso alle cure. Contemporaneamente viene incentivato l’ingresso in sanità di gruppi privati, con un obiettivo chiaro: fare profitto sulla nostra salute.

Noi crediamo, invece, – viene sottolineato nella nota – che la politica sanitaria debba basarsi su:
– centralità della prevenzione e promozione della salute in tutti gli aspetti della vita e del lavoro;
– prestazioni sanitarie efficaci e, soprattutto, accessibili a tutte e a tutti, senza vincoli di cittadinanza;
– finanziamento basato sulla fiscalità generale;
– protezione della sanità da logiche di mercato;
– ruolo attivo delle persone nei propri percorsi di cura e nella definizione delle politiche di salute.

Come in tutta Europa, anche in Italia assistiamo a un sistematico definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale: piccoli ospedali e servizi territoriali vengono chiusi o, come nel caso di Lamezia, depotenziati; la moltiplicazione di visite ed esami, favorita dal pagamento a prestazione, produce liste d’attesa che rendono difficile ottenere in tempi opportuni le cure realmente utili e non garantiscono l’accesso a migliaia di persone; le condizioni di lavoro di chi opera in ambito sanitario peggiorano.
L’attuale proliferazione di coperture sanitarie assicurative private o mutualistiche – purtroppo inserite anche nei contratti collettivi di lavoro – indebolisce ulteriormente il sistema, creando un situazione a due velocità: un servizio sanitario pubblico “al ribasso” per i meno abbienti (o per chi non ha una sufficiente tutela contrattuale) e una sanità privatizzata differenziata per chi se la può pagare o a seconda dei diversi benefit previsti dal proprio ruolo lavorativo.
Un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, come dimostrano tutti gli studi comparativi internazionali, è invece meno caro e tutela tutta la popolazione.
Sul fronte regionale a luglio 2016 il commissario ad acta alla sanità della Calabria, Massimo Scura, ha emanato un nuovo decreto, il n. 64 del 5 luglio 2016 sulla riorganizzazione delle reti assistenziali, che ha modificato e integrato il precedente decreto (n. 30 di marzo 2016) con nuovi ed ulteriori tagli ai servizi sanitari, in linea con la politica imposta dal Governo alla sanità pubblica calabrese.
Il Commissario – si legge nella nota del Collettivo Autogestito – continua a favorire un modello di sanità privata e questo nonostante le evidenti carenze del sistema sanitario regionale, come evidenziato da un recente studio condotto dall’università svedese di Göteborg sulla qualità della sanità in Europa, che colloca la Calabria all’ultimo posto tra le 172 regioni europee. Così come i dati Cnel sulla qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni hanno confermato che il sistema sanitario calabrese è il peggiore che ci sia in Europa; l’ultimo rapporto di verifica pubblicato sul sito del Ministero della salute, ha collocato la Calabria all’ultimo posto delle regioni d’Italia per il rispetto dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza).
A chi conviene privatizzare e commercializzare la salute? Sicuramente all’industria farmaceutica e ai produttori di apparecchiature sanitarie, ai grandi gruppi di cliniche e case di riposo private (che in Calabria sono oltre 450) e alle compagnie assicurative, che fanno profitti con i nostri soldi (ticket, compartecipazione alla spesa, rette, premi).

Il 7 aprile è la Giornata Europea di Azione contro la Commercializzazione della Salute! Iniziamo da qui per costruire un fronte di lotta per la difesa della sanità pubblica e per il diritto alla salute! Stop all’emigrazione sanitaria verso il NORD! Basta con la sanità privata! Salute per tutte e tutti! #health4all ” – conclude Casarossa40.

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