Caso Mesoraca, Nesci (M5S) chiede la revoca della nomina
2 min di letturaTrasmesso un esposto per quanto emerso dalla ricostruzione del Corriere della Calabria
Comunicato stampa
La deputata M5s Dalila Nesci ha trasmesso un esposto a più istituzioni sulla nomina di Oldani Mesoraca quale capo dell’Ufficio stampa della Regione Calabria, avvenuta con decreto del governatore Mario Oliverio, del 27 gennaio 2015.
Sulla base della ricostruzione della vicenda resa dalla testata giornalistica “Corriere della Calabria”, nell’atto la parlamentare ha chiesto
- «all’Ispettorato per la Funzione pubblica di attivare celermente le necessarie verifiche di competenza;
- al Presidente della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio, di procedere – anche in coerenza con il più volte annunciato (tramite media) proposito di ripristinare la legalità nell’amministrazione regionale – per l’immediata revoca del suddetto incarico, qualora fosse confermata la riassunta ricostruzione giornalistica del caso;
- alle Procure di Catanzaro e della Corte dei conti di avviare le indagini per l’accertamento dei fatti e, rispettivamente, delle eventuali responsabilità penali e contabili, con espressa richiesta di essere informata dell’esito delle indagini;
- all’Autorità nazionale Anticorruzione di intervenire sulla vicenda per quanto di competenza;
- al Collegio dei revisori della Regione Calabria di procedere d’urgenza per le competenze specifiche».
Per Nesci «si tratta di un caso che, se confermato dalle istituzioni interpellate, andrebbe ad aggiungersi al pessimo curriculum dell’amministrazione guidata da Oliverio, che predica legalità e trasparenza pur non avendo dato prove concrete di voler cambiare il sistema della dirigenza regionale, che resta uno dei maggiori problemi per il governo della Calabria, come peraltro dimostrano il voluto immobilismo sulla Fondazione Terina, la prosecuzione del rapporto della Regione con Kpmg, il perdurante illegittimo surplus di finanziamento al policlinico universitario di Catanzaro, le recenti nomine di direttori generali di Aziende sanitarie e altre forzature puntualmente denunciate in ogni sede».