Il caso Odoardi: verità e ingiustizie del Consorzio Agricolo Scavigno
5 min di letturaAl fine di fornire giusti chiarimenti alle informazioni non veritiere riportate dagli organi di stampa negli ultimi giorni, che agevolano la messa in commercio di prodotti contraffatti, riceviamo e pubblichiamo integralmente il seguente comunicato
In merito alle notizie giornalistiche pubblicate negli ultimi giorni si comunica che Gregorio Lillo Odoardi non è affatto la vittima di una saga familiare, ma il carnefice vorace di una luminosa storia di famiglia e di una florida economia. Egli, infatti, con più azioni portate a segno in pochi anni, facendo anche affidamento sulla buona fede che i fratelli riponevano in lui, ha svuotato il Consorzio Agricolo Scavigno, in danno degli altri soci, degli addetti dell’intera filiera produttiva e del territorio Nocerese.
Ed oggi continua imperterrito ad usare ed abusare delle sue relazioni per trarre ingiusti vantaggi e il favore gratuito di pubblicità occulta, attraverso la denuncia di fatti eclatanti che, in realtà, sono da lui stesso determinati, provocati, organizzati e finalizzati ad attirare l’attenzione della stampa su di un’azienda vinicola inesistente, la sua, che non ha più alcun requisito sanitario per confezionare e vendere vino (scia, agibilità, certificazione impianti ed attrezzature).
Premesso che nel Processo penale presso il Tribunale Collegiale di Lamezia Terme RG 708/2016 il Consorzio Agricolo Scavigno risulta costituito parte civile assieme ad ARCEA. Tra i vari capi di imputazione emerge che dolosamente, Gregorio Lillo Odoardi ad indebito vantaggio ha fatto valere le sue pretese su tutti i beni strumentali del Consorzio Agricolo Scavigno, impossessandosi di fatto ed illegalmente dell’intero compendio aziendale, degli impianti, attrezzature e falsificando altresì certificazioni sanitarie realizzando un esercizio abusivo di attività produttiva ponendo in vendita circa
1.299.000 litri di vino sottratti al Consorzio causando allo stesso un ingiusto danno.
Dalla lettura della visura camerale l’Azienda GB Odoardi di Gregorio Lillo Odoardi (e Barbara Spalletta institrice) risultano titolari di un INGROSSO DI BIBBITE SPIRITOSE in via Nazionale 96. Eppure gli stessi hanno proseguito ad assumere operai in agricoltura, ad avere assegnato il Gasolio Agricolo e percepire contributi FEARS e FEOGA. (prosecuzione danno erariale)
Per far comprendere quale sia la personalità dei coniugi ODOARDI, si sottolinea che è loro uso modificare artatamente la realtà fattuale, traendo in inganno forze di polizia ed enti erogatori. Si segnala, inoltre, la Sentenza n°45669 datata 20.09.2023 della Corte di Cassazione ove fa riferimento alla truffa posta in essere da Gregorio Lillo Odoardi, per essersi reso responsabile del reato di cui all’art. 640 bis cc e che per tali fatti la Corte Suprema ha preso come riferimento la condotta fraudolenta contestata a Gregorio Lillo Odoardi, sicché tale fatto è stato assunto quale orientamento giurisprudenziale (Sentenza Lillo Odoardi Sez. 2, 55463 del 29.11.2018).
Come se questo non bastasse, simulando un credito verso il Consorzio di €.
386.000 euro, lo pignorava e ottenendo un ingiusto arricchimento per un importo pari a 1.014.000. A ciò si aggiunga che, da una attenta visione delle fatture e dei conti correnti bancari le somme soggette al falso pignoramento erano state tutte illecitamente incassate da Lillo Odoardi Gregorio mediante diversi bonifici dal Consorzio Agricolo Scavigno al conto corrente dell’Azienda Agricola GB Odoardi di Lillo Odoardi Gregorio per un totale 604.000 a fronte di un totale fatture, peraltro gonfiate, di €. 426.729. E ciò risulta dagli estratti conto tratti sulla MPS dal 2010 al 2015.
Sempre il Sig. Gregorio Lillo Odoardi detiene il capannone strumentale non ad uso abitativo, realizzato con i fondi del Consorzio Agricolo, ponendo in essere più attività delittuose:
– da un lato, elidendo il capannone dalle immobilizzazioni del Consorzio, benchè risultante dai bilanci regolarmente depositati;
– e dall’altro, in violazione del vincolo urbanistico imposto, mediante l’espediente dell’aggiornamento catastale a suo nome , modificava la destinazione urbanistica a D/10, destinazione d’uso incompatibile sia con una cantina industriale che con il frantoio (vincoli imposti anche dal finanziamento erogato e collaudato dalla Regione Calabria ???).
Oggi gli stessi ex amministratori Gregorio Lillo Odoardi e Barbara Spalletta continuano, mediante il CAA Coldiretti Cosenza, a presentare presso l’ARCEA domande PAC e Fascicoli aziendali. Ciò nonostante lo stesso CAA e ARCEA sono a conoscenza della situazione di incompatibilità, in virtù del fatto che entrambi i soggetti sono attinti da una nuova iscrizione, notizia di reato per art. 640 bis cc mentre la Corte dei Conti, con Sentenza n. 163/2022 ha condannato il dott. Gregorio Lillo Odoardi al risarcimento, in favore di ARCEA – Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura – per danno erariale complessivamente per l’importo di euro 585.960,64.
Sotto l’attento occhio di ARCEA e COLDIRETTI, i due ex amministratori, hanno presentato delle domande nonostante la mancanza dei requisiti soggettivi ed in violazione del divieto di ottenere contribuzioni. Inoltre, in violazione dell’obbligo di rivelare circostanze ostative al contributo, Odoardi Lillo Gregorio ha sottoscritto il fascicolo aziendale che costituisce il documento cartaceo e digitale preposto alla condivisione e alla raccolta delle informazioni strutturali e durevoli relative a ciascuna azienda e la scheda di validazione che indica l’elenco dei documenti che compongono tale fascicolo ed attesta l’aggiornamento dei dati e la loro piena corrispondenza alla situazione aziendale. “la non veridicità del contenuto della dichiarazione fa decadere i benefici eventualmente conseguenti”.
Oltre a ciò, nel 2016 Lillo Odoardi Gregorio, trasferisce , illegittimamente sul Fascicolo Aziendale dell’Azienda Agricola GB Odoardi di Barbara Spalletta, 37 titoli, per i quali, la stessa, ha ricevuto indebitamente da ARCEA il pagamento dal 2016 al 2023. Da precisare che l’illegittimità di questa operazione risiede nel fatto che, detti titoli, appartenevano al Consorzio e i documenti di conduzione presentati da Barbara Spalletta erano riferiti ad un usucapione che, ammesso che fosse valido, avrebbe invalidato tutte le domande presentate dal marito.
Il danno più grave è che i due coniugi hanno paralizzato la produzione dei vini DOC SCAVIGNA , di cui il consorzio agricolo Scavigno ne detiene il 100% della proprietà, facendola scomparire dal mercato e impoverendo l’economia di un intero territorio, essendo il Consorzio Agricolo Scavigno l’unica azienda dell’omonima doc.
i fatti sopra esposti dimostrano chiaramente che il consorzio agricolo Scavigno da anni subisce le conseguenze negative di comportamenti illeciti che non vengono considerati, come invece è obbligatorio, da parte di ARCEA . Fiduciosi degli enti preposti, vista la situazione veramente insostenibile , attendiamo un celere riscontro.
Si diffida per le mendaci attestazioni:
LaC24 e le testate giornalistiche poichè l’azienda oggetto degli articoli risulta sprovvista di Scia sanitaria ed autorizzazione a confezionare e vendere vino, in quanto prodotto contraffatto e non genuino
Per Il Consorzio Agricolo Scavigno C.da Campodorato 35
Nocera Terinese
Il Legale rappresentante Giovan Battista Odoardi Lillo