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“Cattivi maestri”, don Giacomo Panizza all’ITIS di Polistena

3 min di lettura

Don Giacomo Panizza incontra gli alunni del tecnico di Polistena

È il nuovo scritto di don Giacomo Panizza: “Cattivi maestri. La sfida educativa alla pedagogia mafiosa”, edito da Dehoniane Bologna.
La prefazione, affidata a Goffredo Fofi, apre sui ventidue capitoli che in duecento otto pagine si muovono tra l'”Elenco delle cose che mi piacciono del Sud” e la “Ballata dell’antiracket” passando per riti e ruoli sociali per approdare alla tesi che: «Una vera e propria pedagogia mafiosa si può contrastare solo con una valida educazione alternativa».

«Un testo che vuole rivolgersi soprattutto ai più giovani – dice don Giacomo Panizza, da quarant’anni meridionale per scelta – nell’ottica di una educazione alternativa alla pedagogia mafiosa in terre di frontiera».

Il volume rientra nella collana P6 Lapislazzuli delle edizioni Dehoniane ed è già alla seconda ristampa, a due mesi dalla prima uscita.

E sarà proprio con i gli alunni dell’ITIS Conte Michele Maria Milano di Polistena che don Giacomo entrerà in dialogo il prossimo 26 aprile. Da loro ascolterà impressioni e accoglierà domande. Racconterà la sua scelta che fa del sacerdote bresciano un “emigrato al contrario” per essere con gli altri parte di un processo sociale forte che ha caratterizzato e caratterizza la Comunità Progetto Sud, a Lamezia Terme, della quale è presidente e fondatore.

Dalla quarta di copertina:
In molti luoghi del nostro Paese la mentalità mafiosa si insinua nel modo di pensare comune. È la mentalità dei boss, delle donne di mafia e dei giovani in carriera nelle cosche, ma anche quella che si respira nelle relazioni, nelle parole e nei silenzi delle città.
Piegate al raggiungimento degli scopi criminali dei clan, le regole «educative» criminali si impongono nelle comunità locali e insegnano il potere della forza, l’importanza di riprodurre modalità rigide e ripetitive di comportamenti sociali – come la riscossione del pizzo – mostrano che chi apprende, dopo essere stato messo alla prova, ottiene fiducia e fa carriera. L’educazione dei giovani criminali, allenati a collocare in secondo piano i sentimenti e l’amicizia, avviene sul campo, anche attraverso le condanne, pure feroci, di coloro che sbagliano, dimostrazioni lampanti che uno sparuto gruppo di persone riesce ad «ammaestrare» interi quartieri e intere città.
Una vera e propria «pedagogia mafiosa» che si può contrastare solo con un’educazione alternativa.

Sommario
Prefazione (Goffredo Fofi). Elenco delle cose che mi piacciono del Sud. Un emigrato al contrario. Immagina la vita condivisa. «Cattivi» a chi?. Una giustizia di sostanza. Come educa la mafia. «Tutta colpa delle donne». Genesi criminale. Riti di sangue. Antagonismo costruttivo. Riprendersi i diritti. Riprendersi la politica. Non stare alla finestra. La legalità con i beni dei mafiosi. Oltre la cronaca nera. La prudenza in sacrestia. Il festeggiato non è il boss. Una Chiesa ribelle. Essere costruttivi. Bande musicali e bande criminali. Rimettere in cammino la speranza. Ballata dell’antiracket.

Maria Pia Tucci

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