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Il Centro Regionale di Neurogenetica festeggia i suoi primi 20 anni

3 min di lettura
Centro Regionale di Neurogenetica
Foto: Natrella- Perri-Bruni Laganà

di Lina Latelli Nucifero

Il Centro Regionale di Neurogenetica ha compiuto venti anni. Una ricorrenza memorabile,  presentata, in conferenza stampa, dalla responsabile del Centro e scienziata di fama mondiale Amalia Bruni, decisa a cerebrarla dignitosamente con un convegno scientifico di tre giorni al quale parteciperanno prestigiosi relatori provenienti da tutta Italia e dall’estero per discutere sulle tematiche più moderne in tema di demenze e malattie neurodegenerative.Tra  i relatori la professoressa Maria Grazia Spillantini di Cambridge, il professor Orso Bugiani già direttore scientifico dell’istituto Besta di Milano, il professore Giovanni Cizza dagli Stati Uniti.
La cerimonia di inaugurazione si svolgerà il 24 maggio alle ore 16 presso il teatro Grandinetti  mentre le altre due sessioni scientifiche avranno luogo il 25 e 26 nel Borgo della Marinella di Amantea dove sarà trattata la parte tecnica durante il congresso SinDem delle regioni meridionali e quello regionale Aip Calabria.
Nel tracciare  un bilancio dei risultati dell’attività clinica e di ricerca, la professoressa Bruni ha affermato che «venti anni di attività sono una tappa importante, specie nel Sud Italia, dove spesso le iniziative, dopo le celebrazioni ed i fasti iniziali, perdono di vis propulsiva e, circondate da un complice silenzio, spesso, sono destinate al fallimento».
Il Crn, istituito con legge regionale (37/ 96), ha conseguito importanti risultati nello studio della malattia di Alzheimer  genetica, tra cui l’isolamento della presenilina 1, il gene più coinvolto nella etiologia della malattia, ed ha proseguito gli studi avviati, sin dall’inizio degli anni ’80, in collaborazione con centri nazionali e internazionali.
Attualmente il Centro è una struttura complessa dell’Asp di Catanzaro che abbraccia  un’utenza regionale  e non solo: in questi venti anni, sono oltre 10.000 i pazienti transitati attraverso gli  ambulatori per l’inquadramento diagnostico ma , nonostante ciò, si deve procedere ancora di più nella ricerca per garantire assistenza ai  pazienti, alle famiglie, alla società.
In Calabria sono circa 36.500 gli ammalati di patologie neurodegenerative di cui il 60-70 % di essi soffrono  di Alzheimer, impossibilitati ad usufruire di una rete sostenuta dalla Regione e bisognosi di centri diurni, invece «in Italia – ha detto la dottoressa Bruni – le patologie colpiscono 1.200.000 persone».
Tante le difficoltà, incontrate in questi venti anni, dovute soprattutto alla  carenza di finanziamenti e rimarcate dal direttore generale Asp di Catanzaro Giuseppe Perri che, pur elogiando il lavoro svolto dal Centro, ha manifestato l’urgenza di una revisione del piano regionale relativo alle malattie croniche che necessitano di assistenza e di una programmazione seria che possa garantire una ricerca basata su studi, aggiornamenti continui e proficua collaborazione tra i gruppi di lavoro in diverse materie che operano in questo Centro che finora ha sostituito il sistema pubblico, ed è, tra l’altro, unico.
All’incontro, moderato dal giornalista Pasqualino Natrella, è stato presente anche il presidente dell’Associazione Regionale neurogenetica Antonio Laganà.

 

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