Centro regionale di neurogenetica senza fondi, l’appello dello Spi Cgil
5 min di letturaLAMEZIA. Il Centro regionale di neurogenetica rischia la chiusura perchè non ha fondi. Lo Spi Cgil ha incontrato la responsabile del Centro, la scienziata di fama mondiale Amalia Bruni, che ha confermato la criticità economica che affligge la struttura.
Di seguito la nota stampa dello Spi Cgil: “Un importante incontro si è tenuto nel Centro di neurogenetica regionale all’ospedale civile di Lamezia Terme tra una delegazione dello SPI CGIL Calabria, la responsabile del Centro, la ricercatrice e scienziata Amalia Cecilia Bruni e il presidente della terza commissione del Consiglio regionale On. Michelangelo Mirabello. La delegazione dello SPI era composta da Gianni Dattilo, segretario regionale e Michele Iannello, responsabile del dipartimento socio sanitario. I dirigenti dello SPI, preoccupati dello stato di abbandono in cui versa il Centro di neurogenetica regionale, che rappresenta per la ricerca sulle malattie neurodegenerative, – demenza senile e soprattutto Alzheimer -un centro di eccellenza, che fa onore alla Calabria ed all’Italia, hanno voluto comprendere bene e meglio, i problemi di una cosi importante struttura per mettere in campo fin da subito tutte le iniziative utili a sbloccare una situazione di grande criticità per la sopravvivenza stessa del centro.
La puntuale e chiara esposizione della dottoressa Bruni che, nel corso della sua vita, ha raggiunto risultati di primo piano contribuendo, in collaborazione con due centri di ricerca internazionali, Toronto e Parigi, ad isolare la Presenilina 1, gene più frequentemente coinvolto nel determinismo della malattia di Alzheimer nella sua variante genetica ad esordio precoce, ha consentito ai dirigenti regionali dello SPI CGIL di prendere pienamente atto di come la miopia di una certa politica e del management aziendale dell’ASP di Catanzaro, rischia di porre fine ad una straordinaria esperienza di ricerca che il mondo scientifico nazionale ed internazionale ci invidia. Lo SPI CGIL, preoccupato dai dati sempre più crescenti di cittadini calabresi coinvolti in questa devastante patologia, – si stima che in Calabria ci siano dai 25 mila alle 40 mila persone, interessate a forme di demenza, con una incidenza prevalente della malattia di Alzheimer – ha inteso e intende, puntare i riflettori, sulla situazione che sta vivendo il Centro regionale di neurogenetica che è diventata ormai insostenibile sia per i ricercatori che per gli ammalati e le loro famiglie.
Un’iniziativa, questa dello SPI CGIL Calabria, che si inserisce pienamente nella battaglia nazionale e regionale tesa a richiamare l’attenzione dei governi sulle problematiche delle non autosufficienza, fra le quali proprio l’Alzheimer, rappresenta una delle principali patologie che portano le persone, soprattutto anziane e con una sempre più crescente aspettativa di vita, ad una condizione di non autosufficienza. È questa, a parere dello SPI CGIL, una vera e propria emergenza sociale, che deve essere come tale letta dall’attuale giunta e dal consiglio regionale prima che l’attività venga interrotta dalle prossime elezioni. Serve un atto univoco del governo regionale, che consenta al Centro di neurogenetica di essere riconosciuto come centro di ricerca, per poter partecipare anche ai bandi con progetti di ricerca e sperimentazioni proprie, che sia quindi dotato di una vera e propria pianta organica che consenta l’assegnazione del personale (medici, biologi, psicologi, paramedici e amministrativi) necessario per le attività del centro. Ma è indispensabile fin da subito, l’assegnazione delle risorse economiche necessarie per consentire che il Centro possa proseguire le attività già in corso, così come previsto dal comma 5 , art. 19 della Legge Regionale 11 maggio 2007 nr. 9 che prevedeva – a partire dal 2007 – l’erogazione di una somma annuale di 500 mila euro, prelevata dal fondo sanitario regionale per la ricerca; nonché le risorse assegnate al Centro con l’art. 16 , comma 5 della legge regionale 27/12/2016 , nr. 44, rifinanziato con la legge regionale 19/12/2018 , nr. 48 (art. 7 e Tabella C allegata) e pari ad euro 200.000 per l’anno 2019. Lo SPI ripone nella ricerca in questo settore grandi speranze, nel tentativo di individuare le cause e i meccanismi patogeni responsabili delle demenze. Ciò può aprire, per come descritto in un opuscolo curato dallo stesso Centro di ricerca, nuovi orizzonti verso l’individuazione di terapie specifiche con le quali contrastare la degenerazione neuronale che altrimenti evolve in modo inesorabile. Riteniamo che sia giunto il momento di mettere nelle condizioni ottimali tutto il personale (medici, biologi, psicologi, paramedici e amministrativi), che aiuta a far funzionare al meglio il Centro, per consentire anche per il futuro il raggiungimento di risultati ancora più lusinghieri e tali da essere ancora apprezzati dal mondo scientifico e dalle persone interessate a queste terribili patologie. Auspichiamo che ciò si possa realizzare nell’interesse della scienza e della lotta a malattie, che se non si combatteranno con i mezzi giusti ed una adeguata prevenzione, rischiano di diventare ancora più devastanti per la collettività, sia dal punto di vista economico, che sociale. Investire nella prevenzione, nella ricerca e sul territorio, vuol dire risparmiare somme ingenti rispetto alla malattia conclamata, che costa alle famiglie, alla Regione ed allo Stato milioni di euro. Lo SPI CGIL ritiene che su questo tema, ci debba essere una grande attenzione da parte delle istituzioni, della politica , degli enti locali e del mondo dell’associazionismo al di là delle proprie posizioni politiche . Per questo vogliamo rivolgere un appello in primo luogo alle persone che fanno parte della maggioranza che governa la regione che , per il ruolo che rivestono , hanno il potere per decidere e deliberare, ma anche a chi è collocato all’opposizione , affinché assumano e sostengano le rivendicazioni sopraindicate nell’esclusivo interesse dei cittadini calabresi e di tutto il Paese. Se non si dovesse sbloccare in senso positivo la situazione da noi denunciata, ci vedremmo costretti ad assumere ogni opportuna iniziativa, non escluso il ricorso ad adeguate forme di lotta, per costringere il Commissario alla gestione del Piano di rientro dal debito sanitario e la giunta regionale a dare soluzione alle problematiche che impediscono al Centro regionale di neurogenetica di continuare la sua pregevole e importante attività di ricerca.
All’On. Michelangelo Mirabello, che ha condiviso nel corso dell’incontro le nostre stesse preoccupazioni, chiediamo un suo impegno concreto perché solleciti nelle sedi opportune quelle risposte immediate alle richieste che servono a rilanciare l’attività di ricerca del Centro. Lo SPI CGIL Calabria, ritiene infine che ci sono le condizioni – soprattutto professionali – affinché le attività di assistenza, diagnosi, studio e ricerca nell’ambito delle patologie neurogenetiche, possano continuare ad essere fatte in Calabria, sfruttando le potenzialità del Centro anche per formare e dare sbocchi professionali a tanti giovani ricercatori e ricercatrici calabresi senza costringerli ad emigrare fuori dalla regione e dal Paese. Abbiamo il privilegio di avere in Calabria una scienziata di fama internazionale, che sta dedicando la sua vita alla ricerca su una malattia inesorabile. Riteniamo che questa risorsa della Calabria e del Paese vada assolutamente e concretamente sostenuta”.