Cervello calabrese in fuga vuole aiutare l’Italia a digitalizzarsi
4 min di letturaDurante la pandemia, la discrepanza tra Italia e paesi europei leader nel mondo della digitalizzazione si è fatta sentire e ha generato conseguenze non indifferenti
Questo, Giovanni Pupo, un Digital Marketing Strategist calabrese, lo aveva capito bene. A 26 anni lascia l’Italia per realizzare il suo sogno laddove gli strumenti esistono e sono adeguati, nel suo caso a Londra.
Nel mese di marzo del 2020, infatti, in piena pandemia, sviluppa un progetto che gli consente di trasferire le competenze acquisite a chi come lui sogna di diventare un esperto di pubblicità sul web attraverso un magazine online (www.ppcmarketing.it) e un profilo Instagram (@giovannipupo). Giovanni lancia così il primo magazine italiano didattico e specialistico sul Digital Marketing con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo e diffusione delle conoscenze digitali in Italia dove spera di ritornare presto.
Il magazine ppcmarketing.it nasce dalla raccolta in italiano di tutta la teoria che Giovanni apprende ogni giorno in Inghilterra per poi renderla fruibile a coloro che sono davvero interessati, studenti e lavoratori, con aggiuntive lezioni pratiche. Per raggiungere un pubblico ancora più ampio e interessato al progetto, Giovanni trasferisce il concept del magazine sul suo profilo Instagram (@giovannipupo) dove condivide vere e proprie pillole di marketing, provando ad essere il più didattico possibile perché, come afferma lui stesso, “il mio intento non è fare marketing su marketing ma contribuire a colmare il gap che c’è tra le università e le aziende”.
Giovanni Pupo è un Digital Marketing Strategist, ha 26 anni ed è un professionista del web, una figura nuova nata negli ultimi 20 anni, fondamentale in qualsiasi tipologia di business. Da Catanzaro si trasferisce dapprima a Roma dove consegue la laurea triennale in economia e la magistrale in Marketing alla Luiss contestualmente ad alcune esperienze lavorative che lo portano a spostarsi ad Amsterdam fino ad inserirsi poi definitivamente nel mondo del lavoro a Londra. “Io lavoro in un’agenzia che si chiama Omnicom (www.omnicomgroup.com) – racconta -, è il secondo gruppo americano più grande al mondo di advertising, pubblicità a pagamento, e ha una delle sedi centrali è Londra. Mi occupo di tutto ciò che è presenza online di un brand, di una società, di e-commerce, di tutto ciò di cui ha bisogno un’azienda in tema di marketing e vendita online”.
“Ho deciso di uscire dall’Italia perché le nostre realtà almeno del Digital Marketing nel 2020 non rispecchiano ciò che dovrebbero essere in Europa”.
La storia di Giovanni è quella di tanti altri giovani che hanno lasciato l’Italia con un mix di ambizione e aspirazioni per poter raggiungere il loro obiettivo, penalizzati dalla mancanza di opportunità concrete. “Secondo me questo accade in qualsiasi ambito ma nel digital marketing è ancora più evidente. Quello che manca sono le strutture, le realtà aziendali che in questo settore da noi sono poche o nulle. L’università che mi ha formato credo sia davvero una buona realtà perché mi ha avvicinato al mondo del lavoro prima possibile. Questo mi ha fatto rendere conto da subito che appena esci dall’università ti trovi un po’ smarrito perché c’è un grande gap tra l’università e il mondo lavoro”.
Un cervello in fuga
Alla domanda se si sente un cervello in fuga, Giovanni risponde così: «in fuga certamente sì, cervello non sono sicuro – dice con modestia-. Una cosa è certa, la mia situazione è quella di tantissimi giovani, anche miei amici, che pur avendo studiato in Italia e amando la loro terra, sono stati poi costretti a scappare per una serie di motivi. Io ad esempio mi sono ritrovato a gestire campagne pubblicitarie per l’Italia da Londra. Questo non perché nel nostro paese manchino le conoscenze, nonostante i nostri ritardi, ma perché i grandi gruppi tendono a fare economia di scala all’estero. Veniamo “utilizzati” fuori e la cosa più triste è che lo Stato italiano investe su di noi: impariamo a leggere e a scrivere in Italia, impariamo tutto quello che serve, però poi lo utilizziamo fuori: il Paese ci forma e poi noi andiamo a creare pil, ad accrescere la ricchezza in altri paesi.
Il mio vuole essere un messaggio di fiducia ai giovani che hanno voglia di imparare e (purtroppo) devono farlo all’estero”, con il suo magazine vuole condividere in italiano le sue conoscenze acquisite in inglese aiutando l’Italia a colmare il suo gap con gli altri paesi.
“Bisogna capire che la tecnologia non è un nemico ma un compagno di viaggio che se utilizzato bene ti aiuta ad arrivare dove non avresti mai pensato”.
Questo è quello che molte piccole e medie imprese stanno iniziando a capire soprattutto dopo il COVID-19 che ha reso necessario la digitalizzazione di molte fasi di interazione tra consumatore e brand soprattutto di vendita e acquisto. Ed è proprio li che la figura come quella del digital marketing manager diventa importante, infatti sempre di più le aziende avranno bisogno di una presenza organica e a pagamento online. Di conseguenza le università dovranno organizzare corsi di studio sempre più legati alla digitalizzazione del marketing.
Giovanni, lanciando il suo magazine (www.ppcmarketing.it), spera di aiutare sia gli studenti che le aziende in questo percorso.