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Ci lascia Savina della Sagio Libri

2 min di lettura

Una donna sapiente, saggia nella preziosa Sagio libri della città lametina: «Ho passato tutta la vita qui», «sa come ho amato questo mestiere? Essere in mezzo ai libri, affiancare ogni giorno i personaggi che vivono nelle loro pagine … Se ne prenda cura!» (Marc Levy).

Con le parole di un testo, uno tra i tanti delle tue scansie, ti congedi da noi, consegnandoti alla sollecitudine per la lettura, quella che ti ha accompagnato quotidianamente, tra un cliente ed un altro, tra la pausa di una chiacchierata o l’immancabile scontrino di turno.

Molto denso ho trovato il saluto dell’ass. alla cultura e alla pubblica istruzione, Giorgia Gargano, le cui parole per te rappresentano l’affetto della comunità tutta: «Ha voltato la pagina acuta, diretta, scabra, schietta, vera, solitaria, appassionata e folle del suo libro dei libri di questa nostra Lamezia. Se n’è andato uno dei nostri diamanti grezzi, uno dei nostri diamanti di carta, di parole e di inchiostro. Se n’è andata, Savina – e porta con sé tutto un mondo. Un mondo, il suo, che in tanti abbiamo amato».

Per quanto mi riguarda non posso rammemorare la storia di una lunga amicizia fatta da narrazioni – tra i tantissimi volumi che avevi la cura di ordinare e quella tazzina letteraria di Leopardi a dono della chiusura della tua attività lavorativa – più una canzone di Roberto Vecchioni che oggi, più di tutte, fa proprio per te: «Il libraio leggeva le parole senza imporle all’ascolto, perché le parole non nascono, non nascevano in quell’autore, per favorire, acchiappare, assecondare, manovrare a piacimento le emozioni del pubblico, stipandole nella gabbia di un unico sentire. Il libraio restituiva le parole a se stesse».

Ciao Savina – da tutti noi.

Francesco Polopoli

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