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“Ci vediamo al Caffè”, resoconto finale per il progetto

4 min di lettura

Sono state in tutto 42 le famiglie che hanno fatto ingresso nei Punti Ascolto Demenza

Comunicato stampa


Resoconto finale per il progetto “Ci vediamo al Caffè” portato avanti in provincia di Catanzaro, grazie alla collaborazione della capofila Associazione RaGi presieduta da Elena Sodano, dalla Cooperativa Coriss  presidente Salvatore Maesano e dall’Associazione “PerLe Demenze” Famiglie Unite Calabria presidente Anna Correggia.

Dopo i vari tavoli tecnici che si sono svolti nei cinque comuni nei quali sono stati aperti i Punti Ascolto Demenza, Botricello, Chiaravalle, Pianopoli, Soverato e Tiriolo, si è reso necessario capire la ricaduta del progetto stesso sul territorio ma principalmente sulle famiglie e persone con demenza.

Le riflessioni esposte dall’equipe multidisciplinari formate da educatori e oss e dalle psicologhe Amanda Gigliotti e Sonia Arturi, supervisori del lavoro svolto, hanno fornito elementi di fondamentale importanza perché l’impatto generale dei servizi proposti sul territorio, è stato molto apprezzato dalle famiglie che ne hanno usufruito.

Quattro sono state le macro aree di intervento sulle quali si sono spalmate le varie attività del progetto: formazione per tutti gli operatori, punti ascolto demenze, incontri quindicinali on line “Di lunedì ci vediamo al caffè” con esperti nazionali nell’ambito delle Demenze e tavoli tecnici alla presenza dei sindaci del comprensorio.

Sono state in tutto 42 le famiglie che hanno fatto ingresso nei Punti Ascolto Demenza, 21 coloro che hanno frequentato assiduamente gli sportelli chiedendo gli interventi sia dell’equipe che delle psicologhe, mentre 26 sono state le famiglie che si sono rivolte agli sportelli per chiedere specifiche informazioni sulla gestione quotidiana dei loro cari affetti da demenza.

“I risultati scaturiti dalla somministrazione dei test di accoglienza, di rilevazione dati sul caregiver e sul paziente a carico – ha detto la psicologa Amanda Gigliotti – hanno evidenziato alcuni elementi chiave. Intanto gli ingressi e la regolarità di frequenza allo sportello sono stati lenti e incostanti e questo perché risulta molto difficile cambiare l’errata cultura presente tra le famiglie, secondo la quale la persona affetta da una demenza è destinata solo ad aspettare la sua morte a casa o in un Istituto. La somministrazione del retest è stata, a volte, inapplicabile per limiti di tempo in quanto le famiglie prima di accedere allo sportello, hanno aspettato un po’ di tempo.

Per loro non era facile fidarsi della novità. I punteggi conclusivi dei test somministrati sono negativamente alti e ciò significa che i livelli di funzionalità e di autonomia dei pazienti sono molto bassi e che pertanto il carico assistenziale emotivo, sociale, evolutivo è elevato e pesa molto sulle famiglie. Anche i risultati dei seppur pochi retest somministrati, confermano che un soggetto con demenza degenera e peggiora nel tempo rapidamente e che senza alcun sostegno esterno risulta quasi impossibile migliorare la qualità di vita dello stesso e soprattutto del caregiver che se ne occupa”.

Gli ulteriori servizi offerti alle famiglie sono stati incontri periodici mensili con le psicologhe, incontri di gruppi Auto Mutuo Aiuto, servizio di domiciliarità quando richiesto e supporto al paziente attraverso attività con l’operatore.

Nel ringraziare il non facile lavoro svolto dall’equipe nei comuni di riferimento, i presidenti Maesano e Sodano hanno affermato che: ”la risposta è stata graduale, lenta ma positiva. Conoscere e apprendere l’esistenza di un servizio rivolto esclusivamente alle famiglie con a carico persone con demenza, ha riscosso un effetto di meraviglia e di forte novità sul territorio, poiché le informazioni e le conoscenze in merito alla tematica e soprattutto alle possibilità terapeutiche di intervento non farmacologico al paziente e al caregiver, sono da sempre limitate o quasi inesistenti soprattutto nei piccoli centri. Il progetto ha raggiunto ottimi risultati non solo sui servizi offerti, ma sulle impressioni e sulle riflessioni di tutti coloro che ne hanno preso parte in maniera diretta e indiretta. Le persone coinvolte sono state davvero numerose attraverso tutte le attività messe in atto durante lo svolgimento del progetto, sia in modalità online che attraverso i servizi fatti presso i comuni”.

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