Ci vuole coraggio… pensieri e sogni ai tempi della quarantena
3 min di lettura“Uh com’è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore”…cantava qualche anno fa il maestro Franco Battiato.
Ci vuole coraggio, consapevolezza e presenza per rimanere concentrati e focalizzati, per restare nel “qui e ora”.
Ci vuole coraggio a rimanere calmi quando la tua vita è completamente stravolta dagli eventi.
Ci vuole coraggio a ritrovarsi di colpo senza lavoro e senza reddito e realizzare che comunque non ti aiuterà nessuno perché il tuo apparente status sociale ti fa apparire meno bisognoso.
Ci vuole coraggio a restare a casa e rimanere calmi quando tv, giornali e social sono impestati dalle peggiori cazzate, luoghi comuni e populismi di chi generalmente ha la pancia piena e può dormire sonni tranquilli perché il 20 di ogni mese il suo stipendio verrà puntualmente accreditato in banca.
Ci vuole coraggio a continuare a dormire la notte quando non sai cosa ti aspetta alla fine di questa storia e non sai come dovrai riformulare totalmente la tua vita, ammesso che tu sopravviva.
Ci vuole coraggio a rimanere a casa e inventarsi sempre qualcosa da fare per non restare preda dell’ozio, dell’oblio e della depressione.
Ci vuole coraggio a inventare ogni giorno un piatto diverso con quello che hai in casa, che costi poco, che sia sano e, perché no, ti dia la sensazione e la effimera illusione di essere andato a cena fuori, un’illusione di normalità mai veramente apprezzata fino in fondo.
Ci vuole coraggio a pubblicare ogni giorno la foto di quel piatto, nell’ingenua buona fede di dare uno spunto, una nuova ricetta, di condividere due chiacchiere e una risata, e invece capire, da quello che le persone scrivono, che il giudizio e la chiusura in categorie sono inevitabili: chi pubblica cibo sta bene e se la passa bene, che ci sono quarantene e quarantene, e così via…
Ci vuole coraggio ad accettare che chi ci governa sta facendo probabilmente il meglio possibile per una circostanza così straordinaria e che, nonostante tra poco non avremo neanche il minimo necessario alla sussistenza, non possiamo abbandonarci a critiche e lamentele continue e reiterate, peraltro senza alcuna competenza in gestione di emergenze, senza cognizione di causa e soprattutto senza alcuna proposta alternativa degna di essere presa in considerazione, figli quali siamo di un’Italia corrotta e assistenzialista che ha viziato come una madre chioccia che preferisce nutrire piuttosto che insegnare a procurarsi il cibo.
Ci vuole coraggio a non cadere, a propria volta, nella tentazione del giudizio specie quando hai tanto tempo a disposizione e la vetrina dei social è aperta h.24. Ci vuole coraggio e consapevolezza a non giudicare e non intervenire o commentare quando vedi persone con cui hai condiviso vita e affetti, essere diventate prede inconsapevoli del loro ego, quando vedi gente che a turno ha tentato di coinvolgerti o ti ha reso partecipe di squallidi pettegolezzi reciproci ed elementari manipolazioni, scambiarsi ora cuoricini e frasi amorose nella migliore tradizione pirandelliana delle maschere.
Ci vuole coraggio a sperare ancora nel genere umano e a non cadere in generalizzazioni, quando fiducia, fedeltà, legami familiari e di amicizia diventano concetti assolutamente soggettivi.
Ci vuole coraggio a dare conforto ad un amico in difficoltà o a un genitore solo e impaurito, quando tu avresti bisogno di ancora maggiore conforto.
In definitiva ci vuole coraggio (o meglio ci vuole CUORE, dalla parola latina da cui deriva la parola coraggio) a vivere, ma ci vuole ancora maggior coraggio a ricordarsi di essere grati per essere ancora vivi quando attorno a te sta avvenendo un’ecatombe e soprattutto ringraziare di poter contare ancora sulla salute fisica e mentale per rimanere concentrati e, come sempre, trovare un modo per andare avanti dignitosamente e a testa alta.
Alessandra Parisi