Cittadinanza attiva: difendere i cittadini ed i lavoratori non vuol dire denigrare l’ospedale
5 min di letturaL’attacco ricevuto ieri nel corso di un incontro all’Asp ci sembra inaudito e inaccettabile
Comunicato Stampa
Basta poco per far comprendere che a denti stretti, senza paura, da anni abbiamo operato nell’esclusivo interesse dei malati, dei cittadini e degli operatori sanitari: W l’ospedale di Lamezia Terme e lasciateci difendere la nostra struttura anche quando l’approssimazione e la mancanza di progetti possono far pensare che i lametini non sappiano apprezzare le proprie realtà.
Le apprezziamo, le difendiamo e quanto c’è una critica costruttiva la facciamo senza timore di essere fraintesi come coloro che non amano l’ospedale e Lamezia. Questo è un tentativo di spegnere la libertà e di offendere anni di oneste e corrette battaglie che per noi parlano con chiarezza. Ci chiediamo a che pro?
Forse a difendere le ambizioni di qualcuno, non solo mediche ma anche politiche? Attaccare Cittadinanza Attiva che ha una storia così limpida e seria come se fosse falso ciò che ha dichiarato nel difendere l’ospedale di Lamezia Terme a chi può giovare? Cosa abbiamo fatto di male? Solo chi non conosce la nostra storia, che non solo in Calabria ma in tutta Italia, è il segno di impegno quotidiano a favore di malati, famiglie e cittadini lavoratori, può insinuare che i nostri interventi sono mirati a denigrare l’ospedale di Lamezia Terme.
Bisogna documentarsi o semplicemente avere un buon addetto alla comunicazione che raccolga le nostre dichiarazioni, per leggere bene e capire quanti elogi sono stati fatti a tutto il personale del Giovanni Paolo II, una struttura che riteniamo sia fiore all’occhiello della Calabria, che ha professionisti al pari dei grandi ospedali, non solo calabresi. Allora, perché attaccare per difendersi e imputare a noi mondo delle associazioni una campagna denigratoria nei confronti dell’ospedale lametino?
In una riunione alquanto anomala, alla quale abbiamo partecipato come Cittadinanza Attiva e Tribunale del malato, gentilmente invitati dall’onorevole Pino D’Ippolito del Movimento 5 stelle, ci siamo ritrovati ad essere bersaglio di un attacco verbale che ci descriveva come il vero male dell’ospedale di Lamezia Terme. Lo stupore e lo sconcerto ci ha lasciati talmente male, talmente sorpresi che ben poco siamo riusciti a dire per sostenere le ragioni dei nostri interventi. All’incontro tenutosi nella sede dell’Asp si Catanzaro era presente l’onorevole Pino D’Ippolito, che con documenti alla mano ha tentato di riportare alla Commissaria Luisa Latella quali gravità sono emerse nella gestione del reparto Covid di Lamezia Terme. Agli astanti, dottor Gerardo Mancuso, Massimo Calderazzo, Bonacci, Tedesco, Marchitelli, Lucia e Nadia Donato presidente dell’associazione Senza Nodi, l’onorevole ha elencato quanto nei giorni scorsi in tanti hanno segnalato come carenze gravi della struttura Covid.
A nostro avviso nessuno ha smentito quanto ha detto l’onorevole D’Ippolito, tranne sull’utilizzo dell’ascensore. Per il resto, a partire dagli infermieri infettatisi nel reparto, all’utilizzato di personale non esclusivamente dedicato al Covid, agli altri reparti risentono della Carenza molto più di prima perché il loro personale deve essere reso disponibile per il Covid, agli ordini di servizio che obbligano il personale non Covid ad andare nel reparto se è necessario etc, è stato tutto confermato dal dottor Mancuso che dirige la struttura dell’emergenza Covid.
Quindi non c’era niente di falso nelle dichiarazioni riportate dall’onorevole D’Ippolito alla Commissaria. La giustificazione è stata quella che in un fatto d’emergenza si è agito di conseguenza su richiesta della Regione Calabria. Anche su questo sorge però un dubbio: se la Regione ha individuato Soveria Mannelli per l’apertura del Centro Covid, perché non si è aperto in quell’ospedale?
E se quella struttura non era adatta perché aprire il reparto a Lamezia? C’erano i requisiti per farlo? Ci è stato detto che con la fretta si possono commettere degli errori. E’ questa una giustificazione nella Sanità del 2021? Il dottore Mancuso ci conferma anche che i contagi ci sono stati, ma c’è una “peculiarità che fa pensare: si sono infettate solo donne”.
A cosa li fa pensare? Donne meno garbate, meno preparata e attente? Uno spogliatoio poco adatto? A cosa fa pensare che si siano infetta solo donne? Oltre a ciò, il reparto Covid, del quale non eravamo sicuri nemmeno nel mese di Marzo quando si è pensato di aprirlo, e per il quale nessuna chiarezza ci è stata fornita nemmeno allora, a nostro avviso ha fatto saltare gli equilibri all’interno dell’ospedale di Lamezia Terme.
Come da anni sottolineiamo la struttura del Giovanni Paolo II, ha nel proprio interno professionalità di rilievo che per le carenze di personale e di attenzione da parti di chi negli anni ha amministrato, ha di fatto mortificato. L’inspiegabile caparbietà di qualcuno nel volere un Reparto Covid all’interno dell’ospedale, ha fatto scattare un’altra emergenza che coinvolge tutti i reparti, già in condizioni difficili da tempo e che non ha dato spazio di prima necessità ad altri reparti.
I recenti fatti che hanno visto il contagio di 8 operatori sanitari e qualcuno delle loro famiglie, ha destato grande preoccupazione, soprattutto dopo che molti di loro si sono rivolti a noi, spaesati e impauriti, per avere voce. Mi chiedo se Cittadinanza Attiva e il tribunale non dà voce a queste istanze nel momento del bisogno a chi deve dare udienza? Dovremmo tacere davanti alle accorate richieste di aiuto che quotidianamente riceviamo? Qualcuno ci spieghi se parlare delle difficoltà che vivono alcuni lavoratori che rischiano la propria vita vuol dire denigrare l’ospedale?
Se riportare le sofferenze dei cittadini che, non conoscendo la realtà perché non vengono mai informati con chiarezza, e vivono situazioni di grave sconforto difronte alla difficoltà di accedere alle visite anche non Covid, vuol dire denigrare l’ospedale e chi ci lavora?
Ma allora anni di battaglie per chiedere di dare dignità alla Sanità del lametino sono stati inutili, vani, non compresi e dimenticati?
Felice Lentidoro
segretario regionale Cittadinanza Attiva