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Coldiretti Calabria: la battaglia in Europa non si ferma

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Non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini


comunicato stampa
La battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani non si ferma” precisa il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale.

In tale ottica non è possibile neppure che l’allargamento dell’Unione all’Ucraina venga pagato dalle aziende agricole.

Ma servono anche, per Coldiretti, mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e vietando la vendita sotto i costi di produzione.

Serve poi cancellare definitivamente – ha ribadito – l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori.

Il ritiro della proposta di regolamento sull’ uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) – aggiunge -salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci.

Questo l’annuncio della presidente del Commissione europea Ursula von der Leyen del rigetto della proposta nel suo intervento al Parlamento europeo dopo la manifestazione della Coldiretti a Bruxelles in occasione del Vertice Ue. Una risposta alla protesta corale degli agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea alla quale aveva fatto seguito l’incontro tra il presidente della Coldiretti e la Von der Leyen.

Il nefasto provvedimento – sottolinea Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori.

Secondo lo studio della Commissione Europea peraltro – aggiunge Coldiretti – “i maggiori impatti sulla resa si sarebbero verificati in colture che hanno una rilevanza limitata, come l’uva, il luppolo e i pomodori”.

Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi…), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati…) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale.

L’Italia sarebbe il Paese più danneggiato da una politica europea folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori. Un caso eclatante è il Mercosur, l’accordo commerciale con i Paesi sudamericani che va respinto.

Da qui la richiesta di introdurre il criterio di reciprocità delle regole produttive. Il caso dei terreni incolti è solo uno dei vincoli che da Timmermans in poi hanno cercato di inserire – ha denunciato Prandini – con regole che penalizzano la capacità produttiva Ue e appesantiscono il lavoro degli agricoltori, ingiustamente visti come inquinatori, mentre sono proprio loro a garantire la tutela dell’ambiente

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