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Coldiretti: il boom di fake news contribuisce a mettere sotto attacco l’olio

2 min di lettura
Olio d’oliva dalla Tunisia: il no della Calabria

L’olio italiano è sotto attacco, tra assurdi sistemi di etichettatura a semaforo adottati da altri Paesi europei, speculazioni e multinazionali che fingono di mantenere una parvenza di italianità presente solo nel marchio

Coldiretti Calabria condivide le affermazioni di Unaprol – Consorzio olivicolo italiano – in occasione del Fact-checking day, la giornata internazionale dedicata alla sensibilizzazione contro la disinformazione.

Sono sempre di più le fake news che danneggiano il settore olivicolo italiano e influenzano i consumatori dando una percezione sbagliata del prodotto.

Dalla “Xylella non esiste” agli errori sulle tecniche di conservazione dell’olio, spesso il web alimenta voci prive di basi scientifiche che danneggiano la salute dei consumatori e colpiscono un comparto già in crisi per il calo record che ormai si attesta per la Calabria in circa il 50% della produzione nella campagna olearia 2018-2019.

Il nostro lavoro  – afferma Coldiretti – in collaborazione tra associazione olivicola, agriturismi, produttori, frantoi, cittadini, scuole punta a sviluppare una cultura dell’olio e del consumo consapevole e contrastare la disinformazione dilagante, spesso alimentata dalle multinazionali che investono enormi risorse in pubblicità fuorvianti”.

10 FAKE NEWS SULL’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA

1 – Il colore determina la qualità.

2 – Non è facilmente digeribile.

3 – Meglio conservarlo in bottiglie trasparenti o nelle oliere.

4 – La sensazione di piccantezza è un difetto.

5 – Se è amaro è difettato.

6 – L’ambiente di conservazione non è importante.

7 – Farlo invecchiare qualche mese aumenta la qualità.

8 – Non filtrato è migliore.

9 – E’ poco adatto alle fritture perché più pesante.

10 – Quello vecchio è migliore perché meno forte.

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