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Concorso Pugliese-Ciaccio: 200 infermieri scrivono al procuratore Gratteri

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ospedale pugliese ciaccio

Ospedale Pugliese Ciaccio

Dopo la sospensione del concorso per irregolarità, 200 infermieri scrivono al procuratore Nicola Gratteri

CATANZARO. È di qualche giorno fa l’incresciosa vicenda che ha coinvolto l’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro che, con delibera 313/2018 del 23 luglio ha sospeso il concorso pubblico per la copertura di 18 posti di infermiere.

Una vera tempesta che ha investito in pieno l’azienda, travolta dalle polemiche già in occasione delle prove concorsuali svoltesi il 2 e 3 luglio scorso nella struttura della Fondazione Mediterranea Terina. Qui infatti erano state riscontrate presunte irregolarità segnalate da alcuni concorrenti, possibili “inciuci” che naturalmente potrebbero aver inficiato il regolare svolgimento del concorso.

Sono proprio questi infermieri “non favoriti” alla prova preselettiva del concorso del Pugliese-Ciaccio che hanno scritto personalmente al procuratore Nicola Gratteri; 200 infermieri che hanno deciso di raccontare nel dettaglio ciò che è successo in quei giorni.

Nicola Gratteri Festival del GiornalismoUna situazione che non prometteva nulla di buono sin dalle iscrizioni online: la finestra per le candidature al concorso è apparsa in anticipo e, soprattutto, l’azienda ospedaliera non ha effettivamente verificato se tutti fossero in possesso dei requisiti che stavano dichiarando, facendo dunque accedere chiunque alla prova.

È durante i due giorni delle prove che la situazione si è manifestata in tutta la sua anomalia quando, una volta sbrigate le formalità del caso e aver ricevuto il foglio anagrafica e quello risposte, due codici a barre e una penna, i candidati sono entrati all’interno della sala predisposta per il concorso.

Difficile per i nostri infermieri non notare, infatti, che le poltrone erano disposte in modo tale che i candidati potessero stare gomito a gomito, essere addirittura liberi di sedersi dove meglio credevano e, dulcis in fundo, alzarsi ogni volta che ritenevano opportuno; tutto senza alcun controllo.

Nota dolente, e punto sul quale i concorrenti insistono nella loro lettera a Gratteri, anche l’apposizione dei barcode: i codici a barre di anagrafica e test potevano essere facilmente staccati e riattaccati. Una volta consegnati, i fogli anagrafici sono stati poi presi in carico senza busta chiusa da un addetto e inseriti a loro volta in una busta insieme a tutti gli altri.

Non è esente dalle proteste neanche la graduatoria che indica solo gli ammessi e i non ammessi senza però riportare il punteggio raggiunto da ogni singolo candidato, che, qualora volesse saperlo, dovrà fare richiesta di accesso gli atti.

La lettera dei 200 infermieri si conclude con un accorato appello al procuratore Gratteri affinché faccia valere giustizia e meritocrazia che dovrebbero – di norma – costituire le basi del settore sanitario, troppo spesso maltrattato da chi non ha a cuore la salute dei pazienti. Il rischio è che finiscano tra le mani di chi invece ricopre un ruolo per il quale potrebbe non avere le competenze richieste, al contrario dei tanti professionisti che hanno la “sfortuna” di non poter usufruire dei favoritismi (sì, insomma le solite spintarelle) che spesso e volentieri pervadono i concorsi pubblici.

V.D.

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