Cononavirus: studio italiano rivela l’effetto del lockdown con un’incredibile precisione
2 min di letturaUn team internazionale di scienziati guidati da italiani, rivela che solo i 17 giorni successivi all’entrata in vigore delle misure restrittive sono stati rilevanti ai fini della diffusione del virus
Infatti, come per il focolaio divampato nell’ospedale di Codogno, indipendentemente dal rispetto delle misure adottate dal paese, come il divieto di libertà di movimento o il blocco delle attività produttive, avrebbe inciso poco o niente sui contagi.
L’analisi è stata svolta su vari paesi nei quali queste misure non sono state affatto adottate, ad esempio Svezia e Germania, all’interno dei quali i cittadini sono stati liberi di muoversi e lavorare.
Il team italiano è composto dai professori Giovanni Sotgiu (Epidemiologo presso l’Università di Sassari), Monica Miozzo (Genetista Medica, all’Università di Milano), Giorgio Walter Canonica (Asma e Malattie respiratorie, Humanitas University, Milano), Joan Soriano (Epidemiologo, all’Università di Madrid), J. Christian Virchow (Pneumologo all’Università di Rostock) e Alberto Giovanni Gerli, ingegnere esperto di big data.
Proprio quest’ultimo, spiega, ricostruendo le informazioni dei contagi della provincia cinese dell’Hubei, è possibile ottenere delle equazioni in grado di prevedere gli sviluppi dell’epidemia sia che sia un piccolo quartiere o un intero continente, tutto partendo dai primi 17 giorni.
I numeri parlerebbero chiaro: 10 marzo sono 631 i decessi in Italia e secondo questo modello, per il 18 aprile, indipendentemente dalle restrizioni applicate, arriverebbero a 23.873, attualmente sono 23.227, poco meno insomma, quindi la previsione di 30.000 vittime per la fine di maggio sarebbe fattibile.
I risultati saranno pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Allergy, nel frattempo il lavoro degli scienziati non si ferma, in quanto il modello previsionale si estenderà dall’Europa agli Stati Uniti.
Riccardo Cristiano