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La consigliera Amalia Bruni (Pd) critica l’uso della legge omnibus

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Su Fondazione Terina: “Il governo regionale riveda la posizione e apra un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti”

Comunicato Stampa

“Per la nona volta ci ritroviamo ad approvare una Legge Omnibus, tra l’altro molto scorretta prima di tutto perché avete inserito una serie di proposte legislative e modifiche di leggi già in essere che avrebbero assolutamente meritato una discussione approfondita nelle commissioni. Il problema rimane sempre lo stesso: questo omnibus è una accozzaglia eterogenea di normative senza un filo conduttore, che rende estremamente difficile, se non impossibile, l’esercizio della nostra facoltà di consiglieri regionali di votare in maniera differenziata questi provvedimenti”. È quanto ha affermato intervenendo nel corso della seduta del Consiglio regionale. La consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni.

“Nel governo regionale manca la volontà di confronto, nonostante le ripetute dichiarazioni del Presidente Occhiuto sulla necessità di una discussione approfondita – afferma ancora Bruni -. Infatti, la proposta legislativa non è passata attraverso la commissione Bilancio, e ci sono provvedimenti inseriti nella legge Omnibus senza il necessario rispetto delle procedure”.

La consigliera Bruni è soffermata soprattutto sulla norma relativa al futuro della Fondazione Terina, trattata nell’articolo 21, rappresenta un ulteriore punto di contesa.

“La decisione di liquidare la Fondazione Terina, realtà importante per la città di Lamezia Terme, è una sconfitta per il governo, incapace di salvarla nonostante le opportunità di intervento. La mala gestione della Fondazione, nota da anni, ha portato a un deterioramento finanziario e operativo”.

“La decisione di chiudere la fondazione Terina senza discuterne in commissione è un’ammissione di fallimento. Dimostra che non siamo stati capaci di mettere in atto strategie di risanamento e rilancio, preferendo la via più facile ma distruttiva della chiusura”, ha aggiunto Bruni.

“La Fondazione, nata nel 2007 con veri ricercatori, ha visto un progressivo deterioramento. Non possiamo che chiederci se è stato fatto tutto il possibile per il suo risanamento, cercando partner o investitori e sviluppando un piano di rilancio concreto. Temo che la risposta sia negativa, e la liquidazione rappresenta una sconfitta pesante. Non è troppo tardi per invertire la rotta – sostiene ancora Bruni -. Dobbiamo ammettere gli errori, rimboccarci le maniche e trovare soluzioni, magari dando speranza a chi ancora ci lavora. È stato programmato un trasferimento di personale per salvaguardarlo, ma non sappiamo se sia possibile”, ha affermato ancora Bruni sottolineando la necessità di esplorare tutte le vie possibili per salvare la Fondazione.

La consigliera del Partito democratico, infine, ha chiesto al governo regionale di rivedere la posizione e aprire un tavolo di confronto con tutti gli attori coinvolti. “Questa responsabilità nei confronti di una fondazione con obiettivi così importanti è nostra”, ha concluso rimarcando la necessità che “ogni modifica legislativa sia trattata con la dovuta attenzione, attraverso procedimenti specifici e chiari, discutendo, emendando e votando con cognizione di causa. Invito tutti voi a riflettere seriamente sulle conseguenze di questo modo di operare e a lavorare insieme per ristabilire un processo legislativo trasparente, efficace e rispettoso delle esigenze dei nostri cittadini”.

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