Ritorna la contesa tra l’associazione Ti.Gi e il Comune
3 min di lettura«La presenza dei commissari prefettizi deve fare pulizia affinché ci riporti ad una città risanata dalle illegalità».
Lo ha affermato il socio fondatore dell’associazione Ti.Gi. Francesco Grandinetti in sede di conferenza stampa indetta da lui non più con spirito amministrativo – giuridico ma politico all’indomani della determinazione n. 33 del 17 aprile 2018 avente come oggetto l’affidamento della gestione dei servizi dei teatri comunali di Lamezia Terme, la conclusione, il procedimento e l’annullamento.
Riprende pertanto la contesa tra Ti. Gi. e il Comune durante la quale Grandinetti evidenzia le illegittimità contenute anche nell’ultima determina sulle quali invita i comissari a far luce e ad individuare i colpevoli che le hanno commesse ricordandone le conseguenze civili e penali.
La questione pertanto deve procedere e deve essere portata davanti al Procuratore della Repubblica.
«Chi ha sbagliato – ha dichiarato Grandinetti-deve pagare per la garanzia dei diritti. Noi stessi nel ricorso al Tar avevamo avanzato quello che non andava in questi documenti. Infatti i giudici amministrativi ci avevano dato ragione riconoscendo l’illegittimità dei documenti con i quali si negava la partecipazione della Ti.Gi. alla gara in questione, tanto che ne aveva decretato l’ammissione, ma non essendo andata avanti la procedura non c’erano danni quantificati come riportato nella determina».
Nella recente determina si cita che il bando era stato emanato solo con una delibera di giunta e non con quella del consiglio comunale come previsto dalla normativa vigente, cosa inaccettabile per Grandinetti che non comprende come tale procedura sia stata avallata da una dirigente e ritenuta illegittima da un’altra.
Di fronte a queste illegalità – secondo Grandinetti – deve intervenire la Procura della Repubblica, tenuto conto che anche le stagioni di prosa si sono svolte al teatro Grandinetti mediante trattative private.
Con tocco deciso Grandinetti chiede con quale documento e di che tipo sia stata data la disponibiltà dei teatri a chi ha usufruito dei finanziamenti regionali. E non solo perché Grandinettti ha palesato altri dubbi e perplessità sui criteri stabiliti nel bando relativo ai servizi teatrali e cinematografici «cuciti addosso a chi si voleva che vincesse».
Grandinetti, alla luce di tante illegittimità riscontrate, si appella ai commissari, esecutori della legge, affinché operino in tale direzione e diano risposte alle tante domande rimaste finora inascoltate come ad esempio quella sulla inagibilità dei teatri e perché i teatri non hanno l’agibilità. Grandinetti tiene a precisare che ha fatto politica e non può rimanere «inerme di fronte a questa situazione ed ha il dovere di tutelare i diritti degli operatori culturali, delle associazioni perché possano usufruire delle strutture per lo svolgimento delle loro attività.
«Un futuro sindaco – ha sostenuto – deve trovare un’amministrazione risanata. Ho voglia di tutelare quelle persone che si trovano in queste circostanze e trovano davanti a sé un muro per difendere i propri diritti».
Una situazione che si ripercuote non solo sugli aspetti economici ma anche su quelli culturali in quanto la chiusura delle strutture impedisce di fare a chi ne ha voglia.
«Si delude una città» ha concluso il presidente di Ti.Gi. Federico Grandinetti – perché si ostacolano le attività delle scuole nell’effettuare i saggi e realizzare altri spettacoli. Per lunedì 10 è prevista una nuova riunione della consulta della associazioni culturali presso la sede della Pro Loco per discutere sui finanziamenti regionali dati ad alcune associazioni ed ora a rischio mentre altre ne sono rimaste prive andando incontro a notevoli disagi.
Lina Latelli Nucifero