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Sanità. Coordinamento 19 marzo scrive al ministro Giulia Grillo

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Sanità. Associazione Quartiere Capizzaglie scrive al ministro Giulia Grillo

Sanità. Associazione Quartiere Capizzaglie scrive al ministro Giulia Grillo

Di seguito la lettera che domani mattina il Coordinamento 19 marzo provvederà ad inviare alla sede del Ministro della Salute On. Giulia Grillo

Ill.mo Ministro della Salute On. Giulia Grillo,

chi Le scrive è il Coordinamento 19 marzo di Lamezia Terme (CZ) che, a partire da questa data dalla quale prende il nome dello scorso anno 2016, quando è stata organizzata una importante manifestazione a difesa della Sanità lametina e calabrese, continua ad avere incontri con tecnici, politici – quelli che riteniamo più sensibili agli interessi dei cittadini – ed istituzioni portando avanti l’idea che, potenziando in termini di reparti e servizi l’ospedale lametino Giovanni Paolo II, si aumenterebbe la qualità del Servizio Sanitario calabrese generalmente considerato.

Attualmente, come siamo certi Lei già saprà, la Sanità nella nostra bellissima regione è commissariata.

L’attuale – perché il periodo commissariale ha inizio il 2009 – Commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro da disavanzi del SSR calabrese, Ing. Massimo Scura, nominato con la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 12.03.2015, come ben precisato in un recentissimo incontro avuto grazie all’impegno dell’On. Giuseppe D’Ippolito, ha assunto inoltre una precisa priorità: la fusione sul territorio di Catanzaro tra l’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio e l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini, ciò a sottolineare la continua ingiustificata ed inspiegabile mancata volontà di agire prima e con convinzione sul Giovanni Paolo II in ragione di ogni punto di forza di questo nosocomio – tra i tanti si ricordano qui solamente la centralità del territorio rispetto all’intera regione e l’importante struttura che è ormai in gran parte inutilizzata evidenziando solo sprechi.

Le chiediamo inoltre di porre l’attenzione sul rapporto tra Commissario ad acta e Presidente della Regione Calabria: rapporto di continuo contrasto e/o indifferenza che non può continuare a persistere, a danno dei calabresi, anche alla luce del principio di leale collaborazione che dovrebbe permeare il rapporto tra istituzione tecnica e quella politica, per come chiarito recentemente anche dalla Corte costituzionale, chiamata a decidere sull’analoga situazione di commissariamento campana.

Riteniamo altresì, a dimostrazione ulteriore del fatto che non ci mobilitiamo nell’esclusivo interesse del nostro territorio ma di tutta la Calabria, che una riorganizzazione ospedaliera, che categorizza le strutture in DEA di primo e di secondo livello (cc.dd. SPOKE e HUB) come quella prevista dal D.M. 70/2015, penalizzi e non tenga nella giusta considerazione neanche la morfologia dello stesso territorio regionale, discriminando acutamente chi necessita, o potrebbe mai necessitare, di un Servizio Sanitario più complesso e si trovi in una periferia: si ricordi che un terzo della popolazione calabrese risiede nei trecentoventiquattro comuni al di sotto di cinquemila abitanti.

Stando anche a quanto riportato dal sito istituzionale dell’A.S.P. di Catanzaro, il Giovanni Paolo II servirebbe un bacino di utenza di 130.292 abitanti dislocati in altrettanti venti Comuni (ma, a nostro avviso, anche di più).

Chiediamo che chi di competenza: intervenga per non permettere la realizzazione di un Piano (almeno nei termini in cui si porta avanti) che prevede una differenza così importante tra quelle funzioni svolte dai cc.dd. Hub (DEA di II livello) e Spoke (DEA di I livello) – per non dimenticare ovviamente le strutture di P.S. nell’Ospedale Generale e di base nell’Ospedale di zona disagiata – quando si dovrebbe favorire un potenziamento delle strutture territoriali; ponga una attenzione più forte a quelli che sono i LEA, che dopo ormai circa dieci anni di commissariamento della Sanità in Calabria continuano ad avere valori non accettabili (stando ai valori forniti dallo stesso Commissario, nel 2016 si è raggiunta quota 152-153 a fronte di un minimo da raggiungere di 160) e pianifichi un serio piano di investimenti – soprattutto in tema di risorse umane – e non di tagli che si sono già realizzati in misura importante e che, sempre a nostro avviso, interessano comunque una materia che non richiede sicuramente sprechi, ma neanche una penalizzazione così pesante in nome di qualsiasi spending review.

Consapevoli che, per uscire dal periodo di commissariamento è anche necessario raggiungere un riequilibrio economico oltre che finanziario, dovendosi tenere ferma la prevalenza dei diritti sociali (come la Salute) su conti economici: prima i diritti e poi il bilancio o, ancora, è la garanzia dei diritti incomprimibili a dover incidere sul bilancio, e non l’equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione, citando sempre il Giudice delle Leggi.

Tutto quanto si continua a realizzare ci sembra anche non in linea con quanto previsto da fonti dalle quali dovrebbe derivare ogni Decreto commissariale:“l’obiettivo che la Regione Calabria intende raggiungere con il Piano di Rientro/Piano di riqualificazione è quello di riportare il cittadino al centro del Sistema sanitario” e che “la riorganizzazione della rete ospedaliera cui è finalizzato il
presente provvedimento sarà insufficiente rispetto all’esigenza di garantire una copertura piena dei bisogni assistenziali che richiedono un trattamento ospedaliero, se, in una logica di continuità assistenziale, non viene affrontato il tema del potenziamento delle strutture territoriali, la cui carenza, o la mancata organizzazione in rete, ha forti ripercussioni sull’utilizzo appropriato dell’ospedale” (si noti punto 10 dell’Allegato 1, parte integrante del Decreto Ministeriale n. 70/2015 titolato “Continuità ospedale-territorio”).

La centralità del territorio lametino rispetto all’Area centro (ma anche considerando le Aree nord e sud in cui viene astrattamente divisa la nostra Regione) è dimostrata anche nella Tabella 11 dell’Allegato 5 del DCA n. 30/2016.

La struttura del Giovanni Paolo II è anche facilmente raggiungibile tramite autostrada e ben collegata con aeroporto e stazione ferroviaria, oltre che già dotato di piattaforma con elisoccorso.

Chiediamo la tempestiva risoluzione del problema primari in questa sede ospedaliera che si protrae ormai da troppo tempo ed evidenziamo che in assenza delle nomine dei primari si è verificato un progressivo decadimento delle funzioni di questo ospedale, nonostante l’abnegazione e l’impegno del residuo personale rimasto in servizio, che, pur penalizzato dal mancato turn over (comunque previsto dal Legislatore data la situazione di dovuto rientro economico), quotidianamente è impegnato a dare risposte a tutto il territorio; un Piano di spesa più equo potrebbe, secondo noi, riguardare la riorganizzazione del personale presente e di quello che si auspica presto verrà assunto, senza chiudere reparti a discapito dell’utente/paziente.

Si evidenziano alcuni punti critici del Decreto commissariale di cui prima già chiariti da Primari in una lettera del marzo 2016 inviata, tra gli altri, al Commissario ad acta Ing. Massimo Scura, al Presidente della Regione Calabria On. Gerardo Mario Oliverio, al Prof. Riccardo Fatarella (ex Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria) ed al Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro Giuseppe Perri, e poi resa anche pubblica:
1. con la soppressione del Servizio Trasfusionale viene meno la funzione dell’Ospedale inserito nella rete dell’emergenza, con a rischio le funzioni di Pronto Soccorso, Rianimazione, delle attività chirurgiche, del punto nascita e conseguentemente dell’Ostetricia, con la prospettiva reale che l’Ospedale si trasformi nel giro di poco tempo in un luogo di degenza depotenziato;
2. con la soppressione della neonatologia si mette a rischio l’esistenza stessa del punto nascita: a Lamezia, tra l’altro, è stata soppressa la TIN, una delle prime nate e delle più prestigiose;
3. con la soppressione di Microbiologia e del Centro di Riferimento Regionale della TBC, viene meno il supporto di un servizio di basilare importanza;
4. con il ridimensionamento del Laboratorio Analisi a struttura semplice, senza poter eseguire esami più complessi, viene meno il supporto essenziale ed efficace all’attività clinica di diagnosi;
5. con il forte ridimensionamento dell’Anatomia Patologica si causano gravi disservizi;
6. con l’aggregazione o la soppressione di varie unità operative (si veda Malattie Infettive, Otorino, Oculistica, Dermatologia, Nefrologia, ecc.) è evidente che gli utenti di questo vario comprensorio, dovranno recarsi altrove anche per banali interventi ambulatoriali;
7. con la mancata attivazione dell’Emodinamica si lascia un reparto di Cardiologia monco.

Il Coordinamento 19 marzo

Abbiamo anche redatto un documento (c.d. Piattaforma di rivendicazione che siamo ben contenti di poterLe inviare in allegato alla presente) poi sottoposta all’attenzione del Direttore Generale dell’A.S.P. di Catanzaro, Dott. Giuseppe Perri e le richieste ivi contenute sarebbero assolutamente realizzabili nel breve-medio termine, laddove ci fosse la volontà anche politica di attuarle.

In data 3 luglio 2017, previo invito da parte del Sindaco della Città di Lamezia Terme, Avv. Paolo Mascaro, presso la Sala consiliare dello stesso Comune, alcuni dei componenti del coordinamento, il Dott. Armando Cavaliere e Oscar Branca, oltre allo stesso Sig. Sindaco, hanno avuto modo di rappresentare a tutti i Sindaci del Distretto Socio-Sanitario del Lametino e del Reventino, ovvero a loro rappresentanti dagli stessi delegati, l’intero documento, poi sottoscritto e quindi condiviso dagli stessi (nessuno escluso!).

Tra i firmatari risulta poi, in ultimo, anche il Presidente della Commissione straordinaria – in quanto il Consiglio comunale di Lamezia è stato sciolto ex art. 143 T.U.E.L..

Ci si chiede ancora se e quando verranno resi disponibili e soprattutto utilizzati quei 20 milioni di Euro previsti e destinati alla struttura dell’Ospedale di Lamezia Terme per “adeguamento e potenziamento” dal Patto per la Calabria, approvato nella seduta del 10 agosto 2016 dal Comitato Internazionale per la Programmazione Economica (CIPE).

Essendo presente il disavanzo, lo stesso continua inoltre anche a pesare sulle condizioni economiche di tanti, essendo realizzati i presupposti per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente, vale a dire l’incremento ulteriore di aliquote fiscali IRAP e addizionale regionale IRPEF rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30 punti.

Un Suo intervento urge anche alla luce della gravissima situazione, e pericolo sempre attuale, che vede l’appiccarsi di un gran numero di roghi presso il campo Rom “Scordovillo” situato nell’immediata vicinanza dello stesso ospedale, fuochi attraverso i quali vengono bruciati, ovvero interessati da autocombustione, materiali altamente tossici, inevitabilmente dannosi per la stragrande maggioranza della popolazione lametina e di chi in quel momento si trovi in ospedale.

Ill.mo Ministro, concludiamo augurandoLe buon lavoro (certi che Lei già comprenderà quanto la Calabria costituisca il vero banco di prova del Suo operato), esprimendo la nostra fiducia nei Suoi confronti e chiedendo che Lei venga a Lamezia Terme per dirci come intenderà operare, insieme agli altri Ministeri coinvolti, al fine di portare al risanamento questa Regione, ovvero la disponibilità a concederci un appuntamento – anche per il tramite dell’On. Giuseppe D’Ippolito – presso il Suo Dicastero per permetterci di meglio esporLe esigenze ed i punti contenuti in questa lettera. La Calabria lo richiede.
Con ossequio.

Coordinamento 19 marzo

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