Lamezia. Il Coordinamento 19 marzo saluta il DG Giuseppe Perri
4 min di letturaCome già sapevamo tutti, ieri ha salutato il suo incarico di Direttore Generale dell’ASP di Catanzaro, Dottor Giuseppe Perri.
Subentra ad interim, in attesa della nomina del nuovo Direttore Generale o Commissario Straordinario, il Dottor Giuseppe Giuliano, attuale Direttore Amministrativo dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
Nei giorni scorsi abbiamo preso contatti con il Dottore Perri perché si organizzasse un incontro con chi gli succederà (anche se “a tempo”) per dare continuità al rapporto-confronto tra cittadinanza e dirigenza e, ovviamente, per dare i saluti ad una persona (probabilmente, ci permettiamo di dire, il suo più grande merito è stato farci scoprire che dietro quel Ruolo di vertice c’è anche questo) che, come abbiamo sottolineato in passato avrebbe potuto fare di più (si veda ricordi questione locali in fitto), ma che è anche vero che ha fatto molto se ci guardiamo indietro di tre anni (dall’Atto aziendale alla rivalutazione della struttura del vecchio nosocomio dove tra poco più di due settimane dovrebbe essere inaugurato il Centro Salute Mentale).
Incontro che non si è tenuto anche perché si potesse portare a termine la Deliberazione n. 837 del 30 Agosto scorso per la “Approvazione studio di fattibilità sulla base del modello organizzativo dipartimentale e delle funzioni tematiche imposte dai parametri di accreditamento del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme”.
L’Atto prevede dunque la spesa, a carico della Regione Calabria, di parte (circa due terzi) di quei “famosi” 20 milioni di Euro, oggetto di ogni riunione avuta anche con l’Ente regionale, destinati dal “Patto per la Calabria”.
Voglia la Regione adesso sollecitare ai Tavoli ministeriali il concreto arrivo di questi fondi perché possano essere iniziati i lavori. La struttura ospedaliera è stata oggetto sempre di interventi frammentari e circoscritti e le ultime attività risalgono, in gran parte, all’attuazione di un piano del 1988.
Secondo lo studio di fattibilità (di n. 58 pagine), che analizza anche il potenziale bacino di utenza (analisi che tiene conto della presenza di altri presidi o stabilimenti ospedalieri non destinati a chiudere e delle dinamiche attuali osservate per la domanda di ricoveri) stimando una popolazione interessata di 125.137 – ma per noi maggiore –, si realizzerà quella distribuzione dei servizi offerti dalla struttura sanitaria contrassegnata in arre funzionali tra loro interconnesse ed organizzate secondo le esigenze di correlazione tra i servizi di cui sono composte: ad esempio, l’attuale reparto di Fibrosi Cistica sarà inglobato in quello di Broncopneumatologia per complessivi 20 P.L., già esistente; la rimanente parte del reparto di Ortopedia sarà ricollocata ed al suo posto sarà previsto il Reparto di Neonatologia.
Ovviamente in determinati casi sarà necessario un adeguamento alla normativa e la previsione di opere edili dirette ad una corretta e funzionale fruizione del nuovo reparto.
Operazione sempre ben vista anche dal Coordinamento perché, in questo modo, la risposta da dare all’utente potrà certamente essere più celere ed efficiente. I lavori interesseranno ogni piano del Giovanni Paolo II.
Un importante passo avanti è stato dunque fatto, ora continueremo certamente a sollecitare gli organi istituzionali – dalla Regione (che continua a non volerci incontrare nonostante gli ormai periodici solleciti) al Ministro Giulia Grillo al quale è stato chiesto, dal Coordinamento 19 Marzo, un incontro e che fa sapere che le porte del suo Dicastero “sono sempre aperte per ascoltare i cittadini che chiedono la possibilità di vivere in un ambiente sano e adatto a crescere i propri figli” – perché quelle questioni che potrebbero rallentare la realizzazione degli interventi (procedure amministrative autorizzative e di pubblicazione e gestione delle gare d’appalto, ecc…) che comunque non dovranno in alcun modo arrecare disservizi all’utente (oltre a quelli che già deve sopportare).
Invitiamo i nostri parlamentari a dare forza alla nostra richiesta di incontro col Ministro della Salute che incontra una rappresentanza di Taranto (bene!) ma che ancora nulla fa sapere a Lamezia Terme dove, nelle immediate vicinanze dell’ospedale è posto uno dei campi rom più grandi del Meridione (se non il più grande) e la situazione igienico-sanitaria che circonda la stessa struttura risulta ormai deprecabile.
Non si perda di vista il continuo sforzo a cui sono chiamati medici, infermieri ed O.S.S., chiamati a coprire turni rimasti scoperti, anche su Soveria Mannelli, a seguito della carenza del personale.