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Corigliano Calabro, sbarco migranti: arrestati 3 presunti scafisti

4 min di lettura

(foto di repertorio)

L’operazione della Polizia di Stato

Comunicato stampa:

Sbarco di 918 migranti al porto di Corigliano Calabro.
Individuati e fermati 3 pericolosi membri di un’organizzazione criminale dedita al traffico di esseri umani dalla Libia all’Italia.

Prosegue incessantemente l’attività di contrasto al fenomeno del traffico di esseri umani dal Nord Africa da parte dell’Ufficio di Procura della Repubblica  presso il Tribunale di Castrovillari e delle forze di polizia del territorio.

In particolare, nella tarda serata del 16 luglio 2017, al termine di una serrata attività di indagine avviata in seguito allo sbarco di nr. 918 migranti di varie nazionalità avvenuto la mattina precedente presso il porto di Corigliano Calabro dalla nave “FGS RHEIN” della Marina Militare Tedesca, la task force investigativa appositamente formata per far fronte al fenomeno degli sbarchi di migranti in quel porto, composta da personale della Squadra Mobile della Questura di Cosenza e da militari della Sezione Operativa Navale G.d.F. di Corigliano Calabro, supportata dalla Capitaneria di Porto del medesimo centro, con il coordinamento del Sost. Proc. Dott. Antonino IANNOTTA di questa Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore della Repubblica Dott. Eugenio FACCIOLLA, ha proceduto al fermo di indiziato di delitto ex art. 384 c.p.p. nei confronti di:

  • FOFANA Bubakar, nato in Mali il 05.03.1992;
  • BRIMA Ishmail, nato in Sierra Leone il 26.10.1994;
  • KAMARA Abdul, nato in Sierra Leone il 28.02.1998,

ritenuti responsabili dei reati di cui agli articoli 81, 416, commi 1 e 6 c.p., all’art. 3 della L. 146/2006 in riferimento all’art 12, commi 1, 3 lett. a), b) c) e d), 3 bis e 3 ter del D.lgs. n. 286 del 1998 (perché, unitamente ad altri soggetti allo stato non identificati, si associavano al fine di organizzare il viaggio di migranti verso il territorio nazionale), nonché all’art. 12 del D.lgs. n. 286 del 1998 (favoreggiamento dell’immigrazione clandestina).

In particolare è emerso che:

FOFANA Bubakar faceva parte di una struttura di persone che, avvalendosi di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti, operavano per procurare l’accesso illegale di stranieri nel territorio italiano, assumendo il ruolo di promotore dell’associazione per delinquere operante in Libia, con il compito di contattare persone, in special modo provenienti dagli Stati del centro dell’Africa, interessate ad entrare illegalmente, via mare, in Italia, dietro il corrispettivo di somme variabili per il viaggio;

BRIMA Ishmail e KAMARA Abdul assumendo il ruolo di scafista e conducendo dalle coste libiche e diretti verso il territorio dello Stato italiano un’imbarcazione tipo gommone, di colore bianco, priva di bandiera, abbandonata alla deriva – promuovevano, organizzavano ed effettuavano il trasporto, nonché ponendo in essere atti diretti a procurare l’ingresso illegale di numerosi stranieri nel territorio dello Stato, cittadini di asserita nazionalità nigeriana, senegalese, maliana, gambiana, camerunense, ed altri, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale.

Con le aggravanti:
di aver consentito l’ingresso di più di cinque persone;
di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità;
di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante;
di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.

In particolare, le indagini effettuate, che si sono avvalse della precisa collaborazione di alcuni migranti, hanno consentito di accertare come il FOFANA fosse colui che in località Sabrata (Libia) faceva parte dell’organizzazione criminale che gestiva il traffico di esseri umani verso le coste italiane, più specificamente organizzando i viaggi dei migranti dal Centro Africa fino in Libia per poi ammassarli all’interno di un edificio nella sua disponibilità, per poi imbarcarsi egli stesso, la sera del’11 luglio scorso, dalla spiaggia della medesima località.
Gli altri due soggetti erano invece coloro che avevano materialmente condotto il gommone con i migranti poi soccorso nel Canale di Sicilia.
I tre individui, dopo la loro individuazione, venivano trovati in possesso di diversi telefoni cellulari, di denaro contante e di supporti informatici, che venivano posti sotto sequestro, in attesa dell’effettuazione di un’accurata analisi e dell’estrapolazione dei dati in essi contenuti.
I soggetti fermati sono stati poi associati alla Casa Circondariale di Castrovillari (CS).

Infine, nella giornata del 20 luglio scorso, il G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, concordando pienamente con le risultanze probatorie acquisite, accoglieva la richiesta di convalida del fermo fatta da questa Procura della Repubblica, disponendo la custodia cautelare in carcere a carico di tutti e tre i soggetti fermati.

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